Verza Farcita
In realtà il verzellino è un uccelletto assai grazioso, affine al canarino, quindi lungi da me l’idea di metterlo in pentola.
In questo caso l’autore della ricetta – un mio zio dalle molte abilità, compresa quella di cuoco fantasioso – si rifà alla radice etimologica di “verza”, vegetale da alcuni giorni stanziale nella sua dispensa.
Ingredienti stabiliti con criteri spannometrici
Diciamo: una verza, 1 tazzina di riso (crudo) a persona, un paio di mestolini di ragù di carne a persona, parmigiano grattugiato ad libitum, una bella fetta di prosciutto cotto assai spessa tagliata a dadini (ma perchè no mortadella?) un grosso panino raffermo grattugiato, un bicchiere di latte, olio, sale.
In una pentola sbollentare in acqua salata le foglie di verza intere, toglierle con una schiumarola e metterle ad asciugare su un canovaccio.
Nell’acqua di cottura versare il riso e scolarlo molto al dente.
Spolverare una pirofila con il pane grattugiato non troppo sottile, bagnare con poco olio e poco latte,
disporre un letto di foglie di verza, dopo aver eliminato le coste dure, fare uno strato di ragù,
uno di riso, spargervi dei dadini di prosciutto cotto, un po’ di latte, spolverare di abbondante parmigiano,
ancora verze, e così via. Terminare con le foglie di verza, spolverare di pane grattugiato e di formaggio, spruzzare con un po’ d’acqua, versare un filino d’olio,
ricoprire con carta d’alluminio e passare in forno per una mezz’ora. Alla fine togliere la stagnola e dare un colpo di grill.
Testo e immagini di Ofelia Allegretta