Qusta forma di pane tipico della Romagna, che conoscevamo nelle nostre vacanze al mare, sulla riviera romagnola, oggi ha varcato i confini della regione, la si trova alle fiere, nei grandi camper-rivendita, con tavolini e sedie accanto, calda e fragrante, imbottita con salume o formaggio.
La piadina ricorda più di altri tipi, il pane semplice, universale nel tempo e nei continenti, che è arrivato fino a noi.
A me almeno dà questa sensazione di universalità…mi ricorda i pani indiani, altri dell’Africa, delle Americhe, preparati con farine diverse, conditi poveramente o farciti in modo ricco, ma sempre cibo di base per le popolazioni.
Farina e acqua, sale se era disponibile, e il fuoco : questi gli elementi .
Poi si sono aggiunti i grassi, animali o vegetali, l’acqua può essere sostituita col latte, il lievito può renderla più soffice.
Io la realizzo, a seconda del momento… a volte preferisco lo strutto, a volte solo olio extravergine d’oliva.
A volte con acqua, a volte con latte, o misto. Aggiungo sempre solo un poco di bicarbonato.
Oggi l’ho preparata con strutto senza lesinare! Ho usato solo latte. E’ riuscita bella tosta, buona anche senza affettato.
Ricetta:
– 500 g farina 00
– 150 g strutto suino
– 250 g latte
– 1 cucchiaino sale
– mezzo cucchiaino scarso di bicarbonato
Un impasto sodo, da cui ho ricavato 6 piadine tirate a 2-3 mm. Fatte riposare su un telo per una mezz’ora, poi cotte sul testo in ghisa per un paio di minuti per parte, sempre muovendo con una forchetta, punzecchiando le eventuali bolle; se non si fanno lievitare a lungo, rimangono belle piatte e frolle!
Testo e immagini di Ivana Setti