Di fronte abitava la Guglielma, aveva già novant’anni.
Le sue finestre erano proprio simmetricamente di fronte alle mie, io trascorrevo le mie giornate tra sala da pranzo e cucina, a prepare pranzo e cena, a correggere i compiti dei miei figli, a riparare qualche indumento, a sfogliare il giornale, se avevo tempo, e lei vicino alla finestra lavorava incessantemente all’uncinetto. Tutte le sue finestre erano abbellite da tendine fatte da lei, a quelle del tinello erano appesi due preziosi pannelli, ben tesi e inamidati, con dei putti, dei rami, e uccellini in volo.
Ancora per alcuni anni visse in quell’appartamento, assieme al figlio sposato e alla nuora…
Io cambiai casa.
Alle vicine che talvolta incontravo chiedevo di lei. L’uncinetto non le riempiva più le ore della giornata, la vista le si era improvvisamente come esaurita, la mente era stata invasa dal silenzio. Morì a 96 anni.
Guglielma aveva avuto una vita speciale.
Appena sposata, assieme al marito, fin dagli anni venti del secolo scorso, percorreva chilometri e chilometri per portare lo spettacolo dei burattini in tutte le contrade della provincia e anche oltre.
Un contenitore-valigia di legno veniva stipato con i figuri di legno e gli innumerevoli costumi fantasiosi che dovevano arricchire le storie pittoresche delle rappresentazioni.
Il mezzo di trasporto per marito e moglie e tutto l’armamentario, compreso il teatrino smontabile, era la motocicletta.
I figuri in legno dipinto erano i personaggi immutabili nei decenni, che ogni bambino conosceva, con le loro caratteristiche buffe, parodie estreme dei vizi, delle debolezze umane; prepotenti e vittime in tragicomiche avventure. A parte il Dottor Balanzone, che rappresentava la maschera tradizionale di Bologna, c’erano personaggi minori, assurdi e stravaganti dai nomi dialettali: Sandron, la Pulonia, la coppia, Sgurgheguel lo sgangherato figlio e altri.
La Guglielma era la loro tutrice, la loro voce, la sarta indefessa, che nei giorni di riposo, confezionava con la sua macchina da cucire i surreali vestiti, che richiamavano splendori antichi di corti principesche.
Tutto il materiale, ben conservato dal figlio, è stato donato alla comunità; in un locale nel centro del paese, è stato allestito un teatrino, sono esposti tutti i burattini,le scene, i costumi, la macchina per cucire, la motocicletta. In tutte le occasioni di festa è aperto al pubblico.
E la figura della signora Guglielma china sul suo lavoro all’uncinetto si trasforma in Signora del Teatro dei Burattini
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ivana setti