Non me ne ero accorta…ma domani sera nella pianura Bolognese si apre la
SAGRA DELLA ARZDOURA,
dal 22 al 24 Giugno
in un paesino dal nome già famoso per l’asparago verde IGP: Altedo.
Altedo fa parte del comune di Malalbergo, che dal nome non sembra poi simpatico…ma nel Bolognese non esistono luoghi antipatici!!!!!
Cominciamo con lo spiegare cosa vuol dire questo nome, che può apparire in versioni diverse:
REZDORA, ARZDOURA & ZDORA, ZDAURA. a seconda della latitudine lungo la Via Emilia!
rezdora…reggitora= reggitrice.
L’impressione che si ha nel sentire questo nome citato da non emiliani-romagnoli non è tanto piacevole per noi, donne di queste zone: sembra che si parli di una specie di macchietta, quasi, di una donna dedita alla faccende domestiche, in modo ripetitivo, poco qualificato, terra terra.
Ma non è proprio così…
Alla zdoura si dava molto rispetto, decenni fa, nella vita contadina soprattutto, quando la famiglia era “allargata”, ma non nel significato che si dà oggi.
Il ruolo della zdoura era polivalente: padrona di casa, reggitrice dell’economia della famiglia, in collaborazione naturalmente con il marito, si occupava della cucina, ma anche dell’andamento generale, bambini, bucato, animali da cortile, feste comandate, chiesa e tanto altro.
Le regole c’erano e venivano rispettate, sia nei rapporti famigliari-affettivi, sia nell’espletamento dei compiti, nella gestione dei vari cicli legati alla natura, ai lavori di campagna, al governo delle bestie nelle stalle e nel pollaio.
Mica roba da poco!!!!!
La tradizione era quindi in buone mani….
Improvvisamente dagli anni Cinquanta, nello sconvolgimento socio-culturale del difficile dopoguerra, lo sgretolamento di questo mondo si manifesta pian piano, con l’abbandono della terra da parte dei contadini e braccianti, che trovano nella incipiente fioritura industriale una nuova realizzazione personale, avulsa dalla realtà patriarcale fino ad allora tanto importante.
Queste riflessioni mi sorgono spontanee, perché data la mia età, sono appartenuta anche a quell’epoca, ho ancora molti ricordi.
Ma oggigiorno non è poi solo un fatto di sentimentale nostalgia di un mondo bucolico, ma oggetto di ricerche, di studi vari e inziative.
Slowfood Italia e la Provincia di Modena hanno dato avvio a un progetto imperniato proprio sulla REZDORA, identificata come la testimone più valida per la ricostruzione e salvaguardia della identità culturale, legata al cibo, alle usanze della nostra tradizione:
La “rezdora”, patrimonio a rischio d’estinzione
Io ci credo e spero in una reale riappropriazione delle radici, della tipicità ottimale dei prodotti territoriali, non solo nelle nostre province, ma in tutte le regioni.
Testo e immagini ivana setti