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ciao Susanna!!!
in pieno inverno, userei una bustina di lievito liofilizzato (7 grammi).grazie mille per questa appetitosa ricetta di ingresso e benvenuta!
@gaviota argentea wrote:
@robertopotito wrote:
ragazzi!!! ho fatto il mio primo pane con il pangourmet e mi è venuto a meraviglia!!! Crosta bella croccante, pane ben lievitato, cottura impeccabile
[smilie=013.gif] [smilie=013.gif] a te il pane viene comunque una meraviglia! Figurarsi poi con questo nuovo gioiellino.
purtroppo, non sempre ciò accade, credimi!
ragazzi!!! ho fatto il mio primo pane con il pangourmet e mi è venuto a meraviglia!!! Crosta bella croccante, pane ben lievitato, cottura impeccabile
ciao Lella!
il lievito può essere indifferentemente quello disidratato oppure in cubetto fresco: di solito io non lo disciolgo in alcun liquido, poichè perderebbe una parte della sua forza(questo a parer mio).buongiorno! ma quanto mi piace stare qua, sembra di stare in un salotto fra persone simpatiche e ben educate!.
Il caldo non dà tregua, ma non devo mollare!
Non vedo l’ora di tornare a casa per continuare a giocare con la mia nuova caccavella: il pangourmet della DeLonghi!
Un abbraccio a tutti!buon pomeriggio!!! giaccio quasi esanime in ufficio davanti al pc…. Buon inizio settimana a tutti!!!
Grazie Susa, iomso il lavoro, il tempo e la passione che hai dedicato per queste preparazioni per condividerle con tutti noi, grazie!
É difficile trovare le parole per questa meraviglia.
i malti dovrebbero essere tutti diastasici, nel senso che dovrebbero tutti contribuire alla demolizione degli amidi in zuccheri più semplici e quindi coadiuvare l’azione dei lieviti.
Sono diastasici quei malti che sono stati lavorati a basse temperature, ossia non cotti, in modo tale che sollecitati dall’zione meccanica, vedi impasto, possano raggiungere temperature più alte tali da procedere alla amilasi.
A mio avviso, il malto migliore è quello d’orzo.comunque, anche io ho intenzione di fare un bell’ordinativo sul sito che ci hai indicato!!!!
eccomi qua!!! allora il malto diastasico contribuisce alla frammentazione dell’amido contenuto nei cereali in particelle più piccole, in zuccheri semplici, contribuendo ad alimentare l’azione degli agenti lievitanti. In altre parole, se si utilizza una buona farina con una buona amilasi, non è affatto necessario aggiungere il malto. In parole povere, se la farina è di buona qualità , magari macinata direttamente in qualche mulino del posto, addizionare il malto non è assolutamente necessario. Il malto lo si può aggiungere a contatto diretto con il lievito, solo quando non si è sicuri della qualità o dell’indice amilatico della farina,in tal caso si utilizza un cucchiaino da te.
Non bisogna esagerare nell’utilizzo del malto, in quanto un eccessivo ambiente “zuccheroso” all’interno di alcuni impasti,contribuisce alla fermentazione alcolica sbilanciandone l’equilibrio con quella lattica.
Bacioni! fammi sapere se sono stato chiaro e se hai altri dubbi, tormentami pure di quesiti!!!sono ottime!
buona giornata a tutti quanti voi! In effetti, il caldo a Roma ci sta già soffocando e tremo all’idea che possa fare ancora più caldo!!!
Buon fine settimana a tutti!@gaviota argentea wrote:
Roberto, il tuo parere positivo mi fa piacere, io che sono molto vicina vado lì a fare scorta quando mia sorella viene da Roma e mi ci accompagna o affido gli ordini a mia nuora che ci passa davanti per lavoro.
Essendo abbastanza cialtrona con le farine vado un po’ a caso, uso la manitoba, la 00 e poi un po’ tutte le farine di altri cereali, quelle particolari come quella di Kamut o di grano arso; e ultimamente ho comperato anche la farina 330 che uso per fare la focaccia barese, secondo te è adatta?
Trovo interessanti e molto utili, quando non si ha tanto tempo i preparati per pani vari, soprattutto quello ai cereali, alle erbe e al mais.ciao carissima!
la 330, a mio avviso, è adattissima per la focaccia, ma dipende da quale focaccia nello specifico; nel senso che se ti piace una focaccia leggera e parecchio “bollosa” usa tranquillamente la 330 o anche la 400. Se prediligi una focaccia sottile e croccante o come si dice qui a Roma “scrocchiarella”, allora utilizza una farina 0 o meglio ancora la semola rimacinata di grano duro. -
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