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Ciao Doris benvenuta!
benvenuta Kiki!!!
ah beh con una quantità così bassa di alcol… avremo effetti omeopatici!
No no è sicuro un effetto della variazione pH!bravissime! grazie 🙂
sorboleeeeeee 😯 😯 😯 bravissima!
S T U P E N D O !!!
Mi piace particolarmente la rappresentazione della Madonna con il bimbo in braccio!
sull’aceto ho un bel po’ di dubbi sai che il meccanismo sia quello dell’evaporazione dell’alcol, sai? la quantità di alcol nell’aceto è davvero bassa per di più la diluisci nell’acqua della pastella…
In quello ha più effetto l’acidità, che cambia la struttura delle macromolecole della farina. Da qualche parte avevo letto qualhe bella spiegazione scientifica… dove? abbiate pazienza, prima o poi mi risalta in mano.per il taglio a croce, credo che sia un problema “meccanico”. La croce permette al pane di espanersi ben di più dei tagli ad es in diagonale.
Chi fa esperimento dove partire da stesso impasto, prepara due porzioni di eguale peso e forma e fa tagli diversi? Scommetto che si gonfia di più quello con taglio a croce.Secondo me l’acquavite serve proprio per “lievitare”, anche se non in senso classico: bolle a temperatura più bassa di acqua, ed evapora più facilmente, quando la pastella non è ancora cotta, e quindi più deformabile, facendo gonfiare di più frittelle e sciatt. Anche l’acqua si trasfroma in vapore ma lo fa a temeprature più alte, quando si è già formata la “crosticina” della frittella, quindi non riesce più a gonfiarsi.
I V A N A!!!
io son senza parole… il presepe di pane poi 😯 😯 😯
bellissimo!Ivana se tu non hai più che sigillato quella scatola ho paura che dureranno poco!!!
arriverà una golosona mascherata con occhialoni neri a rubarteli ehehehehe 8) 8) 8) 8)auguri a tutti! scusate ma sarò davvero poco al pc in questi giorni, mi son pure beccata una congiuntivite causa impiego UV per i miei lavori fotochimici, che pollo
Fatto sta che non riesco a guardare pc, tra un pochino starò meglio, ma di sicuro a quel punto sarò lontana da pc connessi ad internet…ommamma il lievito padre no!!!!
Lievito naturale va bene?Se ho imparato qualcosa vivendo con questo strano animale domestico è che non ci sono regole precise. E’ un essere vivente e come tale si comporta. Come se per accudirci ci dessero da mangiare ogni giorno un tot pastasciutta e ci obbligassero a dormire tot ore sempre uguali. Mica vero, tanti fattori ci cambiano, e un giorno abbiamo più fame più sonno, altir meno.
Il bello è cercare di capirlo, di entrare in simbiosi. Se diventa una schiavitù, un dover fare per forza alcune cose, non è più bello. In realtà il lievito si adatta benissimo ai miei ritmi, sente pure il mio umore, siamo entrati in sintonia. Anche questa piccola follia è il bello del lievito.
Ma non è mica obbligatorio, se a uno non piace, avanti con lievito di birra!!Quello che non capisco è però chi dice: non mi piace il pane con il lievito madre. Il pane che ne deriva ha una tale variabilità di sapori che… Mah. Il mio stesso cambia sapore da giorno a giorno, dal fatto che sia in montagna o al mare, e cambia tanto anche i tempi di lievitazione. Cambia con il mio umore.
Il dover gestire un qualcosa di vivo è bello. Con tutti i suoi capricci.Poi altra cosa bella è che in un mondo dove tutto deve essere fatto con-affanno-di-corsa-al-più-presto il lievito naturale ha i suoi bravi tempi, inutile forzarlo, mettergli fretta, se ne ottengono solo catastrofi. Salutare il mio pane che comincia la lievitazione a mezzanotte e, per tutta notte se ne starà lì a lavorare, mi piace, mi rilassa. Con calma, Paola respira, ora bisogna solo aspettare. Non c’è affanno nell’impastarlo o nel seguire la lievitazione. Calma e shhh, tutti a nanna.
Se fai tardi poco male, una lievitazione che dura 8h può durarne anche 9 senza grossi problemi. Come la biga di lievito di birra, certo, ma il lievito è lui, sempre lui, lo conosci, ti affezioni. Dalla faccina sai se sta bene o no. E che soddsfazione quando cresce.E poi serve a ricordare gesti e momenti antichi.
Mia nonna, Ivana, raccontava che quando si doveva fare il pane si andava da una vicina a prendere il “lvà” “levà” una parola che suona così, lui il lievito naturale, che si conservava nella madia. Non nel frigo lo so, ma a qui tempi faceva davvero freddino nelle case. Poi lei lo passava ad un’altra vicina. Così c’erano diversi rinfreschi, non si chiamavano così, ma così erano. C’era poi un giorno speciale per il pane, e poi si portava a cuocere al forno. Mia nonna faceva sempre il pane e un cestinetto di pasta di pane con dentro dei piccoli frutti di pasta di pane per la mia mamma piccolina. A volte ci metteva anche un pò di zucchero e una mela per ripieno.
Sono ricordi di racconti di mia nonna Maria alla Paola bambina. Racconti che portavano il profumo del pane che lievita, profumo che ritrovo in questo pane con lievito naturale. Magari si sono un pò confusi nella mia testa. In ogni caso mi viene in mente la mia nonna quasi ogni volta che impasto, la sua figura elegante e sottile come in una sua vecchia foto, e la coda al forno con il pane con un segno per riconoscerlo dagli altri. Ivana, tu hai ricordi a riguardo?In ogni caso, tornando ad una vita in cui sembra sempre più necessario l’appoggio di uno psicologo posso dichiarare che E’ TERAPEUTICO. Una bella pagnotta sana molte turbe psicologiche. Kitchen therapy, sottodisciplina yeast.
Mio fratello lo definisce un animale domestico da milanesi. Ha ragione!Si giusto, Carlino, potete far ogni forma. Una prima versione, proprio rapidissima, prevedeva di cuocere il risotto con uova ecc in uno stampo da corstata, come a cuocere una crostata in bianco, ecco, e mettere a farcitura dopo iuna prima cottura della base prosciutto e fromaggio o altro che vi aggradi e sia disponibile in frigo. Saranno pure carine le monoporzioni, mi immagino.
Alexanna perchè faccina rossa? 🙄 comunque la zucca io avrei davvero preferito vederla a pezzettini, amo i colori nel piatti, però anche amalgamata era buona.
Insomma fate un pò quel che volte, è una ricetta con mille gradi di libertà!
Ivana perchè ti arrendi, mai arrendersi, guarda che se tu sei una pasticciona io che sono mai? questa ricettucola è ultraultra facile! tu che lavori la sfoglia e fai altre meraviglie dovresti trovarlo un gioco da bambini!
Gav, uei, se non facevi le foto tu mi toccava venirle a fare io!!! e non è mica comodo, eh? per di più avresti dovuto stare a digiuno in attesa della fotografa 😉 e poi… forse anche dopo l’arrivo della fotografa che si sgnaffava il tuo piatto!!!!!!!!!!!
Te ghè rasun, Anna Maria, la zucca me la son giocata: avevo messo dei cubetti, che già nel risotto si erano un pò disfati, ma con questa seconda cottura: zucca ciao ciao. Però il suo contributo di sapore e mantecatura (?) lo dava.
Ecco se volete che si veda la zucca, fate dei bei cubi, un pò più grandi di quelli di un normale risotto. -
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