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E’ una ricetta molto invitante…non so come fare a starvi dietro, vorrei provare tutto!
Ecco qui altri due vecchi che potrebbero godersi una simile bontà.
Copio subito. Grazie.Mi fa sorriderela faccenda degli ottavi. Quando ero piccola ricordo che al mio paese si misurava in quinti…avevo sempre dei problemi quando mi mandavano a comperare “duequintiemezzo” di questo “trequinti” di quello…sempre stata negata per le frazioni! 8)
Allora io porto la cioccolata e tu metti questo buon pane!
Ecco, Ivana ha scritto tutto quello che volevo postare io! 😆
Anzi no, io negli ultimi tempi la facevo alla mia mamma, dato che era tornata bambina.Grazie della dritta, proverò senz’altro.
@nonna Ivana wrote:
Per le cartellate, mi sembrano all’incirca come le rose che intendiamo noi…poi c’è la saba..
Ivana
Ivana, tu dici che le rose emiliane sono di pasta all’uovo, mentre le cartellate non lo sono, la cucina pugliese è di fondo povera e legata molto ai prodotti del territorio.
Questa è l’antica ricetta di terra di Bari, già riportata in un librino del 1700 delle monache di S.Scolastica. Nel restante territorio pugliese le ricette variano un po’.1 kg farina 00
200 g vino bianco secco
100 g olio evo
olio per friggere
1 kg di vincotto o di cotto di fichi
cannella e chiodi di garofano in polvreImpastare la farina con l’olio ed il vino ( se l’intriso è troppo duro aggiungere un po’ di acqua tiepida) fino ad ottenere una pasta liscia e vellutata.
Spianare la pasta assai sottile e ricavarne, con la rotella smerlata, delle strisce larghe circa 4 cm e lunghe circa 30 cm, piegarle in due per tutta la lunghezza e pizzicarle ad intervalli di 3 cm, in modo da unire la pasta,quindi arrotolare la striscia a corolla di circa 68 cm di diametro.
Mettere le cartellate su un panno ad asciugare in luogo asciutto per 68 ore, quindi frigggerle facendole solo colorare, scolarle con una schiumarola rovesciate e metterle a colare, poche alla volta su un piatto a perdere l’olio.
Far scaldare il vincotto in una pentola e calarvi le cartellate poche per volta per alcuni minuti. Estrarle con la schiumarola e metterle su un piatto da portata, spolverizzare a piacere con cannella e chiodi di garofano polverizzati.Dopo aver visto le foto di Chiaretta non ho quasi il coraggio di mostrarvi quelle della mia gita in provincia 😳 .
Tra l’altro i venditori di cose serie e preziose non le lasciano fotografare, restano solo quelli di carabattole, poi la folla ti calpesta, poi son proprio negata per fotografare, ho le mani intirizzite dal gelo, devo tener d’occhio mio marito che non faccia spese sconsiderate 😉 (…forse stavo tentando di fotografare mentre lui ha comperato senza che lo vedessi l’ennesima paletta da dolce ed un cucchiaino da zuccheriera?)
Il mercatino di Piazzola sul Brenta è sconfinato e si apre a ventaglio nella grande piazza antistante l’antica, splendida Villa Contarini e nelle vie adiacenti.
Per una come me, a cui piace crogiolarsi nei ricordi è dura vincere tentazioni come questa
o questa
e le caccavelle…
e la moda retrò
o una improbabile vasca da bagno …per nani
ed una bambola triste e sola
e i due vecchi citrulli ( noi of course) si guardano allo specchio
chiedendosi se si son congelati abbastanza, hanno fatto la loro razione di caz..pardon sciocchezze e possono andare a comprarsi un barattolo di miele dall’antiquarioapicoltore della valsugana prima di tornare a casa
Quanto ai nomi delle frappe, frappole, chiacchiere, bugie ecc…a Venezia “galani” a Padova “crostoli” a Verona “sossole” di più non ricordo.
@susanna wrote:
Brava Paola… ottima idea….
In effetti più che un dolce tipico del carnevale dovrebbe essere legato alle festività natalizie!!!
Grazie! [smilie=011.gif]
In effetti sono dolci pugliesi tipici del periodo natalizio e la loro forma più che ispirata alle rose vuole ricordare, secondo la tradizione le fasce del Bambino Gesù, quelle lunghe strisce in cui si arrotolavano i neonati di un tempo.
Più che cosparse di miele andrebbero immerse in una pentola con vincotto o cotto di fichi, praticamente devono grondare liquido appiccicoso (:lol: 😆 )
Se volete cerco la ricetta e ve la posto.Ciao, Giò, passo di corsa a salutarti, sperando che tu cominci già a sentirti più a tuo agio, ora scappo perchè sto preparando il pranzo per domani…altrimenti come Cenerentola i miei uominastri di casa non mi lasciano andare al ballo…pardon, al mercatino dell’antiquariato 😆
A presto.
bellissimo! Brava.
Anch’io conoscevo solo il nome e sapevo che non era proprio un brodino da convalescenti, però, confesso non avevo mai approfondito.
Ora scopro questa cosa interessante.
Grazie,Paula, le ricette “di casa” sono poi quelle più belle.Sì, giusto la ricotta non può mancare. Ne cercherò una buona di pecora, quella di bufala qui è introvabile e per quella di pecora c’è comunque da faticare. 😈
Ivana, sei una nonna1fotografa eccezionale!
E poi che buono dev’essere stato.Felice il Cerbero! -
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