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Buongiorno, qui bellissima giornata con cielo azzurro carico. Vado a fare due passi con mio marito e intanto vado alla casina del latte per rifornirmi di latte fresco e mozzarella.
Che belle foto, vedo che Caterina stava gia “attentando” alla torta. Come al solito sei stata una bravissima cuoca, le tue torte sono sempre super ma anche il timballo non scherza. Ricetta please.
Ma che meraviglia di regalo! Nel ’70 lavoravo già a CI con le mitiche sorelle Gosetti. Allora sì che CI era una VERA rivista di cucina! Cucina interna con cuoco fisso residente (aveva il suo appartamentino), fotografa ultraesperta nel fotografare i cibi (Mina Gosetti), direttore e anima della rivista Anna Gosetti che si occupava anche della critica di ristoranti e di tutto ciò che riguardava il cibo e il vino. E che collaboratori esterni importanti aveva!
Ho un attacco di malinconia e rimpianto nonché invidia per il tuo regalo.Anche a me è piaciuta “La mennulara”, è il primo che ho letto di questa autrice.
Sono deliziose, da mangiare di baci e di coccole. Fanne loro una per me.
Buongiorno e buoni festeggiamenti ad Ofelia e Margherita. Certo che Caterina è proprio birichina :D, molto simpatica.
Oggi da noi festeggiamenti per il Carnevale ambrosiano, sfilata di carri e bambini in costume. Il carro dell’asilo di Lorenzo ha come tema i Puffi e tutti i bambini e i genitori (e la suora) saranno vestiti di conseguenza. Faremo tante foto ovviamente.Ma che piatti meravigliosi e invitanti, complimenti!
Tantissimi affettuosi auguri!!!
Guarda qui: topic5630.html?hilit=ratatouille
Bel trucco, non lo conoscevo, grazie Susanna.
Ah, cosa mi fate ricordare, l’uovo all’ostrica e l’ovetto sbattuto con zucchero e, volendo esagerare, un pizzico di cacao erano riservati ai convalescenti e a chi “era un po’ giù” oppure a chi doveva studiare tanto. Certo, le uova erano quelle del contadino nel cortile di casa che le raccoglieva tutte le mattine e ce le portava. Io ho la fortuna di avere un allevamento vicino a casa e vado a prendere le uova freschissime, mi fido ancora a mangiarle crude, però hanno un altro sapore rispetto a quello della mia infanzia.
La mamma ci dava a merenda anche la cagliata, condita con un po’ di zucchero, o pane e salame. Quando andavamo in gita o in campagna a fare fieno con i contadini (una goduria stare sul carretto pieno di fieno!) ci dava pane e cotoletta o pane e polpettone o pane e bologna e un thermos di acqua di fonte. I dolci veri e propri come il ciambellone o la crostata o la torta di mele erano riservate alla domenica. Quando andavamo in campagna ci capitava anche di far merenda con le more dei gelsi, bianche o nere, belle succose e tanto buone.
Certo che noi che stavamo in campagna siamo stati fortunati, io e mio fratello abbiamo vissuto un’infanzia splendida, in mezzo agli animali e alla natura, senza giochi elettronici o giocattoli raffinati ma con quelli che la nostra fantasia ci faceva realizzare.Susanna io aggiungo
-pane, zucchero e cacao
-pane e fette di pomodoro fresco
-pane e concentrato di pomodoro
-pane e miele
-pane caldo (fetta di pane di mais) e lardo
-pane, burro e Vegedor (quelle della mia età lo ricorderanno)
-pane, burro e Liebig (concentrato di carne)
-budino di semolino bianco o nero
A casa mia si accompagnava la merenda con un bel bicchiere di latte, magari appena munto, o con acqua e tamarindo. Io ho cercato di far mangiare le stesse cose a mio figlio, mi rifiutavo di comperargli le merendine e lui si sentiva un po’ diverso dai compagni di scuola 😀 , ma è cresciuto bello, forte e sano. Mia nuora cerca di preparare torte fatte in casa per la colazione o la merenda ma per la scuola deve dare merende confezionate, purtroppo è la regola.Buongiorno anche qui.
Buongiorno, grazie Ofelia, caffé interessante da provare. Qui bella giornata, vedremo come evolverà.
Eh sì, caro RDG, i piatti della nostra infanzia erano poveri ma ottimi. Anche a me piace tanto “Ris, Erburin e Corada” (riso, prezzemolo e polmone) ma il polmone è difficilissimo da trovare. Era il piatto della domenica sera da mia nonna paterna.
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