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Le zucchine alla scapece mi fanno ricordare molto la mia infanzia zeppa di ” marenne” pomeridiane” fatte di sfilatini all’olio o di ” marsigliesi” farciti di zucchine alla scapece o di peperoni arrostiti. A volte avevo soli pomidoro San Marzano crudi da pappare.
Pe rla scapece però occorrono particolari ZUCCHINE, grosse e perciò molto economiche,una volta. Il piatto era solo e prettamente estivo ed aveva una preparazione preliminare importante. Le fette venivano tagliate tipo salame Napoli, di sbilengo o trasversali, e venivano apposte sopra la spianata di legno per le tagliatelle e messe al sole forte dell’estate meridionale , rientrate all’imbrunire e fritte il giorno dopo o dopo 48 ore. Una volta chiesi il perchè di tale lunga e per me inutile operazione alla mia insegnante nonchè madre. Mi ripsose che era importante farle ben asciugare e così non si sarebbero inzuppate d’olio e rese mollicce.
Il resto é ricetta di Alexanna che ben ha specificato che vanno mangiate dopo 48 ore e che nel frattempo é meglio mettere coperchio onde insaporare bene il tutto.
Buona scapece a tutti.
P.S. In Abruzzo “la scapece ” é tutt’altra cosa ed é fatta con pesce ,
zafferano ed aceto.“il pomidoro della mimina”
La descrizione che ci hai pregevolmente fornita rassomiglia molto al modo con cui si faceva , anticamente, da noi la passata di pomodoro pronta all’uso di salsa bollita e fresca da mettere sulla pasta col buco o meglio dai mezzanelli ai mezzani spezzati al momento.
In una casseruola contenente due dita d’acqua , messa sul fuoco si versavano al momento del bollo il chilo di pomidoro SanMarzano, quelli della mia gioventù, ben sciacquati a priori, A fuoco lento e con coperchio si facevano cuocere per circa cinque minuto o fino a quando non li si vedevano gonfi ed al tatto s’intuiva la pelle scostata dal frutto interno.Con accortezza ( la pelle non doveva MAI squarciarsi causa entratura d’acqua di sicuro) e con la schiumarola si versavano nel passaverdura. Il sugo raccolto venuva rimesso in un nuovo tegame , aggiunto basiulico , olio o burro e spicchio d’aglio scamiciato e fatto bollire per max dieci minuti a fuoco lento e senza coperchio.
Questo sugo accoppiato ai mezzanelli , con foglia di basilico fresco sovrastante e parmigiano regiano ( poco , come comandava la padrona di casa all’epoca) mi ricorda con forte emozione la nonna che mi preparava spesso questa pietanza quando ero suo ospite.@gaviota argentea wrote:
Ve lo dico e ve lo dimostrerò collegandomi ogni tanto 8)
Non vorrei che pensaste che partecipo alla manifestazione/corteo che vede presenti a Padova le Lucciole di tutta Italia per protestare contro l’Amministrazione Comunale che ha deciso di “bonificare” le strade cittadine multando anche i clienti delle signore in parola.
Certo che per la città salire agl onori della cronaca nazionale per fatti di questo genere non mi pare il migliore dei biglietti da visita. 😆 😆
Comunque, lo ripeto…io sono qua!
Una volta le chiamavamo ” signorine” o segnorine , subito dopo la guerra. !
Oggi , o meglio ieri, ho appreso che sono le cinquantenni che vogliono per prime legalizzarsi e promettono ( su cosa o chi?) di emettere persino ricevuta fiscale, con annessa marca ( marchetta ? ) da bollo.
Vuoi vedere che salveranno il budget dello Stato e dell’Inps?@nonna Ivana wrote:
Carlino….
mi tocca rincorrerti!!!!
Allora:
prima di tutto ci vuole il torchietto…poi farina di grano tenero 0 e di semola.
Io ci metto anche un uovo eun cucchiaio di olio, per facilitare il passaggio della pasta.Impasto con acqua temp. ambiente, sui tre etti di farina totale (50:50),
ma deve essere un impasto duro, lo metti sotto un a terrinetta a riposare, perchè si amalgami, poi tagli delle fette di circa un cm e le lasci ad asciugare sul tagliere.
Poi cominci la prova, se il passaggio non comporta problemi, se è abbastanza asciutta, ma non “sassosa” da creare delle sbrecciature nei cilindretti che escono.
Insomma, fa parte di quelle conoscenze “ataviche” in uso nelle case, un tempo.
Mi è rimasta ancora una infarinatura di tali “conoscenze” e cerco di alimentarle ogni tanto.
La manipolatura di questa pasta, al torchio, è abbastanza pesante, io non ho l’attrezzino che taglia la pasta, quindi siamo in due, uno gira la manovella e regola il rabbocco dell’impasto nella bocca d’entrata, mentre io cerco di gestire i tagli, tramite grosso coltello, di gramigna, che siano regolari.
Devo cercare se ho qualche immagine…altrimenti mi tocca rifare…ma con questa tosse devo soprassedere…le sudate sono micidiali!!!!Un tempo, nella mia famiglia, di agricoltori diretti, un attrezzo ben custodito era il torchio da muro…cui anche noi ragazzi ci si applicava, almeno solo per il taglio o la gestione del bastone motore!
( A Pasqua avevo però realizzato i tagliolini nel fazzoletto, che forse sono una fattispecie del pasticcio con gli anelletti!!!!
Lo vedi qui
http://www.universocucina.com/site/html/News,file-article,sid-142.htmlGrazie dell’interesse!!!!
Ivana
NOTO CON VIVO PIACERE CHE la tecnica di aggiungere nell’impasto il cucchiaino da caffè di olio l’hai anche tu.
Se ho capito bene però la tua ” gramigna” é senza buco ! Io ,a Modena , nei casali rurali- ristoranti ,se ora ricordo bene e sono ancora nelle mie piene facoltà mentali, la gramigna con il ragù bolognese era con il buco.
Altrimenti tu hai dei pezzi di spaghetti dalla lunghezza voluta dal taglio che andate ad operare. O no?La lama vedo che non la monti , vero?
@nonna Ivana wrote:
@susanna wrote:
Ivana…. possibile mai che questa tua realizzazione mi fosse sfuggita???? Mannaggia! La vedo solo ora! Bellissima… grazie! [smilie=011.gif]
Susi, che dici!!!
Realizzazione pedestre….cose che faccio, anzi stasera x l’ultima volta, son già duri e stopposi!!!
Ma buona è sempre la crema che faccio con i “cascami!!!
e non ci metto mai pasta…(per Carlino!), è una crema così delicata che è buona solo con i crostini!!!! Non va ribollita tanto, dopo che hai messo l’addensante.
ciao e grazie!!!
ivana
Scusami , Ivana, ma io avendo ( negli anni passati) tre figli di cui due maschi ho avuto sempre il pallino . la fissa o il problema del primo piatto. Pertanto ho creato i bucatini con i carciofi , ridotti a quartini e stufati con prezzemolo , olive nere di gaeta intere capperi ed olio evo, fatti sfarinare dopo una lunga cottura. Basta schiacciarli con la forchetta ed il primo é bello che composto con l’aggiunta di abbondante parmigiano.
Ricetta facile e veloce da preparare.@nonna Ivana wrote:
Carlino…
l’Adriatico è bello lungo e scorre anche dalle nostre parti (a dovuta distanza, ma non impossibile), quindi in che zona sarai in quei giorni…Settentrione….Centro o……… Meridione?????
Ci contiamo per la prossima volta….
ciao
ivana
Scusa avevo dimenticato di precisare meglio: Pescara!
Per la prossima ? Of course, madame!Cara Nonna Ivana , ora ho finito di leggere per la prima volta il tuo siparietto. Scusa ma non l’avevo letto prima.
A vedere le foto da te postate e la bella compagnia che qui si é prenotata un pesnsiero c’é l’ho fatto , ma la mia signora mi ha ricordato che il precedente ponte pasquale ci aveva visti in casa mentre per il prossimo saremo sulle coste dell’ Adriatico , ospiti di sua sorella, per una decina di giorni coincidenti proprio con la data del vostro meeting. Son convinto che verremo senz’altro la prossima volta.
Confido tanto nelle foto che qualche anima pia vorrà fare non solo ai paesaggi ma anche alle portate che mi sarò perso. Divertitevi , mangiate e bevete poco ma buono. Prosit.@nonna Ivana wrote:
Carlino!!!!
Invece di farmi delle domande…trabocchettoooooo 😉
perchè non guardi che succede il 6 maggio???????
😆
IvanaDi quale trabocco qui tu intendi? Io chiedevo se dei carciofi fai usanza anche unendoli ai maccheroni.
Ora vado a scrutare al calendario del Forum cosa succederà mai il 6 maggio.
Mi sembri mia moglie quando vede che mi dimentico , sempre, le date più significative ed importanti.@nonna Ivana wrote:
uè ragazze,
è un po’ di tempo…che mi date da pensare!!!! 😆
Ma che mi devo mettere anch’io a cucinare il polpo???? 😉
Che devo annch’io…adeguarmi a voi gente di…mare????
Va be’…prendo la palla al balzo…e al mercato mi guardo anche …il polpo!!!
Grazie Dida, una ricetta da chef…ma mi sa abbordabile e concreta!!!!!
[smilie=013.gif]
ivana
Cara nonna Ivana per più di una settimana a Modena che son stato ,di polpi freschi e sotto ghiaccio ad uso insalalata non ne ho visti. Di piovre e biancastre si. Ma di queste non facciamo noi alcuna usanza in cucina.E dire che dell’altro pesce ho fatto tanto di cappello e l’ho acquistao quasi tutti i giorni mentre la loro pulizia mi era fatta bene e pure a gratis!
P.S. Ho ideato una nuova insalata: polipo tagliato a tocchi, gamberi sgusciati e cotti poco a vapore, e anelli di calamaro. Il tutto conservato sotto olio di semi di girasole con prezzemolo . Al momento di servire aglio se gradito con limone , pepe e sale q.b.
@nonna Ivana wrote:
Adesso che ci penso…farò questo timballo, questa ricetta stessa, ammesso che riesca a trovare gli anelletti,….ma lo metterò nel….fazzoletto!!!
Coì faccio una variante a …quella di Carlino!!!!
Poi anche la gramigna, fatta da me al torchietto, di misto semola , andrà altrettanto bene, al limite.
il mio torchiettoivana
Da cosa , vedo , nasce cosa e ben viene l’occasione per chiederti , come alunno chiede alla signora maestra ( di insegnati ne ho piena….la testa) come la fai la gramigna col torchietto in foto? Di pasta ne fo’ ma di gramigna mai ci sarei andato a pensare. Sai com’é ,sono interessato alla gramigna che se la voglio mangiare devo confidare sulla benevolenza della divenuta modenese della mia figliola. E’ un tipo di pasta che mi attizza.
Attendo assiso al mio banchetto assorto ed in religioso silenzio, nonna IvanaHai detto niente!
E coi maccheroni , nonna Ivana cosa hai fatto?
19 Aprile 2007 alle 13:57 in risposta a: quelli che lanciano il sasso e tirano indietro la mano #168178Non ho mai avuto mai questo tipo di problemi e di tanto ringrazio Iddio.
Mi viene spontaneo pensare e proporre: se tutti lavorassero seriamente con la testa e gli occhi pronti e attenti al proprio lavoro, tempo per sparlare e quant’altro non ce ne sarebbe. Si nota invece, nel tuo caso, che da voi il tempo non passa mai.Io il timballo uso farlo con le melanzane, arrostite sulla piastra di ghisa, che foderano , esternamente ,gli anelletti. Come teglia uso quella per il babà e tutte le pareti saranno foderate con le melanzne. Al posto del provolone uso fiordilatte e provola di vacca affumicata,
Tanto per dovere di mangiare quanto più leggero , meno fritto possibile.P.S. In foto c’é il sartù , l’ho postato per mostrare lo stampo che uso per il timballo con gli anelletti.
15 Aprile 2007 alle 16:13 in risposta a: Spaghetti al Nero di Seppia (Pasta cò Niuro re Sicci) #167446@susanna wrote:
@alexanna wrote:
domani mi tocca farli ….. ho giusto due seppie surgelate 😀
Carissima AnnaMaria…. potrebbe capitarti che le sacchette surgelate non funzionino a dovere in quanto (e questo me lo ha spiegato l’admin) il pigmento nero cristallizza (se congelato) e quindi ciò impedisce la dissoluzione dell’inchiostro… 🙁 🙁 🙁
Concordo con l’admin. Ne occorre una ma buona e fresca , anzi meglio se proveniente da seppia sotto ghiaccio! Io la eseguo senza pomodoro, con la sola vescichetta e con la base di aglio ,olio, pepoeroncino e prezzemolo. Come pasta : spaghetti.
P.S. se la si fa asportare dal pescivendolo portare con sé bicchierino di plastica per bibite con goccia d’acqua all’interno onde trasportarla a prova di rottura. Non conservare in frigo ma in luogo fresco e ventilato.
@susanna wrote:
@carlino wrote:
@apepigra wrote:
Susanna, questi timballini sono una meraviglia! Per curiosità, riesci a trovare fuori dalla Sicilia la vera ricotta salata? Se sì, dove?
Nonna Ivana, gli Scrigni di Venere mi incuriosiscono tanto, con questo nome sembrano tutt’altro che una roba di cucina!Se tu non dovessi trovare la ricotta salata indicata nella ricetta in questione puoi usare la FETA grega. Non ha precisamente lo stesso gusto ma la richiama parecchio ed ha il pregio che la si può trovare, sigillata, tutto l’anno.
Grazie per l’indicazione Carlino… tuttavia (e questo è un consiglio per tutti) prima di ricorrere alla feta greca è meglio utilizzare la ricotta salata sarda che è sempre reperibile in qualsiasi supermercato nella sua tipica forma a “tronco di cono”, rigorosamente sottovuoto.
Si, in effetti quella che ha sostituito la nostra , vera e storica “RICOTTA SALATA di Montella, AV” , con una sola postilla donata per legge: Ricotta salata TIPO Montella ” di fattura sarda. La nostra é scomparsa dai negozi locali da decenni. Presentava muffa in molte parti della ricotta a forma di ” tronco di cono” ed era un nettare degli dei. Ora é o dovrebbe essere : siero , caglio chimico e sale.
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