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@paula wrote:
Ciao Carlino non so se c’è ancora in commercio quella a panetto della F….s
oppure se hai la possibilità di andare alla M….o li la vendono a confezioni grandi così hai la possibiltà di stenderla come vuoi.Ti confesso che dovrei andare dalla maga per mettere in chiaro M….o.
Traduci l’arcano in chiaro e me lo invii per m.p. Ti riesce?@gaviota argentea wrote:
Mah! Io gli odori dalle mani li elimino lavandole con …il dentifricio, dall’alito masticando un seme di cardamomo.
Cara gaviota , per le mie cose , sembra che sia cosa buona e giusta cercare sempre di usare il mezzo più economico per raggiungere uno o più riusultati.
Il prezzemolo addirittura , tu lo sai, lo regalano i nostri signori verdurai.@nonna Ivana wrote:
….Sì Carlino, anche da noi va molto l’aceto, quello buono fatto da noi, per fare i gargarismi per l’incipiente mal di gola.
Visto che se ne parla in tanti….sarà vero!!!
Ivana
Scusa nonna Ivana, ma quando esprimo un parere é al 99 % per riusultati provenienti da prove dirette, nel bene o nel male.
Caso contrario uso precisare : mi pare o l’ho letta su….@gaviota argentea wrote:
Chiaretta, consolati, avevo appena digitato una ricetta e, invece di inviarla l’ho cancellata 🙁
Poiché é capitato anche a me questo inconveniente più volte, hai per caso individuato quale manovra procura questo inconveniente onde prevenirlo?
A rifare quanto ho gia’ con fatica digitato mi viene un gran magone e tanti vaffa…..!Bah, dalle mie parti suggeriscono un gargarismo con l’aceto di vino.
Uno dei primi cavatappi a corona su bottiglie. Possibile?
@paola P wrote:
grazie! è vero potevo rispondermi da me se mettevo a frutto gli anni di studio 😆
acidi quindi per una attacco dell’ossido superficiale. Rassicuro tutti che voglio toglierlo solo dall’esterno del mio stampo, eh?Si , altrimenti hanno paura di un tuo invito a pranzo o a cena.
@chimico wrote:
@nonna Ivana wrote:
Ciao Chimico,
a quale argomento aglio ti riferisci?
Era un vecchio topic sul primo amicincucina. Riguardava come togliersi l’odore di aglio dalle mani. Paola mi aveva scritto un messaggio interessante, che purtroppo non ho salvato. Poi Gabriela ha chiuso il forum e non ho potuto piu’ recuperarlo
Basta stropicciarsi le mani con un bel ramoscello di : prezzemolo.
Tale rimedio è valido anche dopo la pulitura del pesce e quant’altro.
Sapete invece quale avanzo , gettato nella pattumiera ha un brutto odore dopo poco tempo?@susanna wrote:
Per oggi Sant’Antonio… ci ha fatto ritrovare il sito!!! 😀 😀 😀
Appunto e dopo averci tentato per più di mezzora stamani allo spuntar del sole.
@nonna Ivana wrote:
Caro Carlino,
vedi che ricordo sempre in occasione di certe ricorrenze..non do valenze sociali o anche politiche, ma intimistiche e “imparziali” se ci riesco!
Poi da stampa, cinema, letteratura, puoi avere degli stereotipi, a volte giusti a volte svianti, ma ciò accade per qualsiasi parte del Paese!La religiosità, la superstizione anche, o la trasposizione pagana sulla tradizione cristiana, soprattutto nelle campagne hanno avuto più possibilità di allignare e resistere.
Ma non sempre occorre avere sentimenti di avversione o di condanna…io vedo tutto con animo abbastanza sereno…e essere sereni è un regalo preziosissimo!
Ciao, grazie dell’attenzione
Ivana
Condivido! Alla prossima.
@nonna Ivana wrote:
Eccovi una mia pillola o menata!
Domani, 16 Gennaio, è la vigilia di S. Antonio Abate…e da noi, qui ai margini della campagna, ci si appresta a un festeggiamento solenne, in onore del santo, ma a beneficio dei coltivatori diretti, e di quei pochi contadini che sono rimasti.
Qui devo riandare alle mie rimembranze dell’infanzia, quando vivevo anch’io in una casa di campagna, nel podere della famiglia, che aveva uno strano nome: Fondo Lèsina.
Non esiste più, smembrato e alienato, alla tarda età di mio padre, quando da solo non poteva proseguire nella conduzione del podere!La zia di mio padre, classe 1875, era una signora energica, ma soprattutto erede di quella cultura ottocentesca impregnata di tradizione, superstizione e.. di una sapienza antichissima della cura e manipolazione delle erbe.
Di questo parlerò un’altra volta.Zia Ernesta, questo il suo nome, preparava i lumini: una ciotola con acqua nella quale navigavano tre lumini, quelli che si comprano anche per riscaldare le vivande, che venivano accesi e portati nella stalla delle mucche, posati sull’altarino, che non mancava mai, davanti all’effigie di S. Antonio Abate. La loro luce tremolante avrebbe rischiarato le ore della notte, a vacche e vitelli!
Alla sera Zia Ernesta recitava il rosario, nella penombra della stalla, al lume protetto della lumiera a petrolio portatile, con le mucche tutte belle spazzolate, governate e con un bel letto di paglia nuova, ancora odorosa di sole estivo!
Il servitore le aveva ben curate, aveva dato loro foraggio più abbondante; la stalla aveva un aspetto nuovo, meno odore pungente, la scolina al fondo della posta era tutta lavata e raschiata, niente sporco, forcali e scope ben riposti.
Tutti in compito atteggiamento ripetevamo le Avemarie, e la invocazione a S. Antonio. Anche il pasto serale per padroni e servitore era diverso, più ricco e talvolta particolare: si preparava un formato di pasta e un condimento adatti proprio per questa occasione.
La notte aveva un che di magico: le mucche avrebbero parlato, nessuno dopo la mezzanotte doveva esser nei paraggi della stalla…il castigo sarebbe stato fatale!!!
Le leggende al riguardo erano conosciute da tutte le parti…e quasi tutte simili!Questa la mia memoria!
Domani sera nella chiesa parrocchiale ci sarà la Santa Messa, alla quale parteciperanno gli agricoltori, soprattutto uomini.
Poi nella “Casa dei Giovani”, che è una struttura polivalente della parrocchia, ci sarà una lauta cena..
Si vede che son destinato a rispondere alle tue menate o pillole che leggo sempre con interesse e nostalgia per i ricordi e gli anni che mi fai venire alla mente, anche se , ripeto , io le chiamo ” spigolature” dando ad essa un avalenza simile alla tua. Ricordi i tuoi e ricordi sono i miei , solo che io vi ricorro solo quando mi gira il vento buono e tu , noto, sei più costante.
Pensa che al ricordo dell’odore attutito della stalla di cui alla tua memoria , sono andato per un volo pindarico al mio tabacco per pipa , marca “X” che preferivo tanti anni fa: aveva il classico odore di stallatico.
Infine quel riportare alla mente tutte le funzioni religiose che si svolgevano durante i festeggiamenti del Santo, mi ha fatto sorgere una domannda seria e che merita una risposta , se vuoi.
Ma se la novellistica ed i film, unici che arrivavano alle nostre orecchie di fanciulli, ci descrivevano l’Emilia rossa quale terra di mangiapreti, noto invece che era un po’ come da noi ,dove avevo lo zio rosso che più rosso non si poteva definire , ma in chiesa dovette sposarsi per volere della mia amata zia, sorella di mia madre. Insomma il prete Don Camillo e l’altrettanto noto don Peppone ,sono realmente esistiti e non solo nella finzione cinematografica. Anche su questo hai pillole o menate da segnalare?@nonna Ivana wrote:
Caro Carlino
Scusa se non ho dato rilievo alla tua giusta indicazione…non avevo richiesto io la dritta..
io mi comporto così:
Lavo l’alluminio con pomodoro maturo, facendo una specie di salsa, ma solo per pulirlo!
Oppure ci bollo del latte!
Avevo solo mandato un saluto a Chimico!!!Ciao, buona giornata!
IvanaMa figurati era un modo come un altro per mettermi alla pari di Chimico.
Anch’io approfitto dell’occasione e plaudo alla comunanza di idee con il sig. CHIMICO.@betta wrote:
@carlino wrote:
Cara Betta appaga, per piacere, la mia curiosità e voglia d’apprendere visto che bazzico poco con la pasta sfoglia molto grassa per la mia dieta.
I fogli , i quadrati , per meglio dire, che si vedono in alto sono tratti direttamente dai fogli messi in vendita al supermercato e non affinati con il matterello? O riduci di spessore gli stessi?
Inoltre ciò che spennelli é l’uovo intero sbattuto o solo tuorlo?Ciao Carlino, grazie per la tua curiosita`ti rispondo subito, io la sfoglia lo stesa un po`prima di tagliarla in quattro parti, lo fatto solo per questione di misure cercando di fare dei quadrati uniformi come altezza e lunghezza dato che il foglio comprato era rettangolare ( solo per questo lo spianato un po` la pasta sfoglia) Cosa spennello e un uovo intero sbattuto con un po` di acqua (Ogni volta che si usa l`uovo sbattuto per incollare o per dorare la superficie si diluisce con pochissima acqua, ti dico questo per eventuali tue ricette che richiedono spennellature) lo imparato a scuola.
Spero sempre che ti sia stata utile ed abbia soddisfatto le tue curiosita` se hai altro da chiedermi non esitare mai chiedi per favore !!Grazie betta della dettagliata ed utile tua spiegazione. Solo un dubbio mi assale : quale marca di pasta sfoglia compri, visto che quella della Fi…s che uso acquistare ( due rotoli in un pacco) non presenta , appena srotolata , lo spessore della tua stesa in bella vista. Se appena appena la tratto con ilmattrello , il ri8sultato finale e sempre quello: troppo sottile mi esce la sfoglia . E’ mia la colpa o differente il tuo prodotto o é la tua manina fatata con annesso angelico mattrello a fare questo miracolo?
@nonna Ivana wrote:
Ciao Chimico,
grazie per la dritta!!!
Ivana
anche la mia era una “dritta” eguale a quella del chimico e non una” storta”.
Ti faccio copia ed incolla di quanto , nella prima pagina ,ti avevo consigliato sull’alluminio.:@carlino wrote:
@paola P wrote:
neppure io ho mai avuto una batteria di pentole.
All’inzio della mia vita autonoma, senza un soldo come ero, ho preso da mia mamma qualche pentola, diciamo “in prestito” 😯 . Ho preso “in prestito” anche l’imperia e altre cosine: la santa donna non si è mai lamentata, a parte una volta che le ho detto: ma quanto ci vuole a far due tagliatelline, prendi la macchinetta e via. Lei mi ha ricordato che la SUA macchinetta ce l’ho io 🙄
Comuque se la cava benissimo anche senza le pentole che le ho sottratto, si tende ad avere per casa ben più del necessario. Ogni tanto cerca una delle sue ex-pentole, ma io le ricordo che le ha date a me. Non le rivuole indietro, non sono così degenere, le ho chiesto…
Poi mi sono aggiunta qualche casseruola, un colapasta, presi via via negli anni. Quando ho svuotato casa del nonno, ho iniziato ad avere quasi tutto in sovrabbondanza. Ho anche con me le sue pentole di alluminio. Non ho buttato nulla, ho anche la sua imperia anno millenovecento e poco, uso il suo tirtacarne anni 50-60, ecc ecc. Ha un senso, mi piace usare le sue pentole. La sua casa vive ancora nella mia.
Comunque ora ho abbastanza pentole per due case, comprandone pochissime.A proposito, qualcuno mi sa dire come togliere la sottile patina scura che si forma nelle pentole di alluminio, anche solo facendo bollire l’acqua?
Quando si mette a bagno maria lo stampo di alluminio del budino capita lo stesso… Ho un bello stampo di allumiio nuovo che si è tutto annerito all’esterno.SOlo estetic lo so, ha l’aria vissuta, però solo dal livelklo dell’acqua del bagno maria in giù 🙄I segni o le fasce scure che si vengono a creare col tempo nei tegami o nelle padelle d’alluminio non vanno minimamente trattate con soda o spugnette abrasive. Unica pulizia e sterilizzazione consiste nel mettere il tegame da trattare con acqua bicarbinato e pezzi di limone sul fuoco molto basso e pulire quando l’acqua sarà tiepida. Lo so che voi donne ci tenete più all’ estetica che alla qualità , ma basta vedere le padelle d’alluminio di un ristorante e ti accorgerai che ti dico il vero.
Oh tu gaviota, ma l’harissa l’hai provata anche per altre occasioni?
Quali? Finalmente son riuscita a trovarla! -
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