Violette candite

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Questo argomento contiene 5 risposte, ha 0 partecipanti, ed è stato aggiornato da Dida Dida 16 anni, 8 mesi fa.

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  • #152787
    Dida
    Dida
    Partecipante

    C’è qualcuno che ha la ricetta per candire le violette? Ne ho tantissime in giardino e mi piacerebbe provare a farle.

    #203400

    la bob
    Membro

    Dida, io nel mio archivio ho questa di Fabio Fongoli (un nome una garanzia!)

    VIOLETTE CANDITE di Fabio Fongoli
    Per 150 gr.circa:
    150 gr.violette senza stelo
    500 gr.zucchero cristallizzato
    1dl. di acqua.
    In un recipiente di rame cuocete lo zucchero con l’acqua al grand cassè (150 ° 154°C ) deve diventare duro come un lecca lecca, ma non imbiondire! Tuffatevi le violette, poche per volta, e rivoltatele delicatamente su fuoco vivo finchè lo zucchero si asciugherà attorno ai fiori. Ripeto, non lasciate imbiondire lo zucchero. Togliete la casseruola dal fuoco. Lo zucchero che non si sarà cristallizzato sulle violette si sarà comunque impregnato del suo profumo

    #203401

    Brava Roberta!!! Ma sai che la cercavo anche io questa ricetta e non me la ritrovavo più!!!??? Mille grazie!! 😀 😀 😀 😀 😀

    #203402
    Dida
    Dida
    Partecipante

    Avevo provato questa ricetta postata su CI ma il risultato non era stato buono, comunque grazie.

    #203403

    Ferny
    Membro

    Dida, l’ho trovata su Gennarino, mi sembra molto complessa ma se ti interessa 🙂 🙂

    Da IHC:

    VIOLETTE CANDITE

    Per questo delicato lavoro di bomboneria occorrono le violette doppie di
    Parma e – naturalmente – freschissime. Si privano del gambo e si tuffano in
    acqua fresca per ripulirle bene.
    Si tolgono delicatamente dall’acqua, si raccolgono su un ampio setaccio e si
    lasciano sgocciolare per qualche ora, tenendole in luogo fresco.

    Bisogna adesso preparare dello zucchero nel seguente modo:
    Prendete una buona quantità di zucchero, in polvere molto fina, mettetelo
    su un setaccio di seta e fatene cadere la parte impalpabile, cioè lo
    zucchero cosiddetto al velo, che riserverete per altri lavori. Sul setaccio
    rimarrà della polvere di zucchero che, presa tra le dita, rassomiglierà ad
    un semolino a grana finissima, e che é appunto quello che serve alla
    preparazione.

    Questo zucchero va adesso colorito in viola. Per i vari lavori di
    pasticceria ci sono in commercio degli speciali colori innocui di diverse
    Case, e già pronti per l’uso. Siccome però tutti questi colori sono molto
    concentrati e densi, per il lavoro delle violette candite bisogna diluirli,
    affinché il colore possa aver modo di ripartirsi tra tutti i granellini
    dello zucchero.

    Per diluire il colore si fa così: si prende un po’ di color viola
    concentrato e si stempera con mezzo bicchiere d’acqua bollente.
    Avvenuta la soluzione si lascia freddare e si rifinisce con un bicchierino
    d’alcol puro e una o due gocce d’essenza di violetta. Si raccoglie il colore
    ottenuto in una bottiglia e si conserva. Si stende lo zucchero su un foglio
    grande di carta bianca e ci si versa, a gocce, il colore viola impastando
    bene con le due mani affinché questo colore, che é dotato di grande potere
    colorante, vada a tingere uniformemente ogni granellino.

    Si giudica del risultato ottenuto, e se l’intonazione generale dello
    zucchero non rispondesse al vero colore delle violette di Parma, se ne può
    correggere la « nuance » con qualche goccia di color « rosa brillante ».
    Stendete bene lo zucchero sulla carta, e lasciatelo asciugare completamente,
    all’aria. Sciogliete a bagnomaria della gomma arabica in pezzi con poca
    acqua e a parte preparate uno sciroppo di zucchero al profumo di vaniglia.
    Questo sciroppo misurato a freddo col pesa-sciroppi dovrà segnare 32 gradi.
    Anche la soluzione di gomma dovrà aggirarsi, come densità, sui 32 gradi.

    La proporzione tra soluzione di gomma e sciroppo di zucchero dovrà essere in
    parti uguali. Ad esempio, per mezzo chilogrammo di violette calcolerete
    circa mezzo bicchiere di soluzione di gomma e circa mezzo bicchiere di
    sciroppo di zucchero a 32 gradi, misurati col pesa sciroppi nello sciroppo
    freddo. Otterrete facilmente questo mezzo bicchiere di sciroppo, e senza
    alcuna preoccupazione di calcoli, facendo scaldare 50 grammi d’acqua (tre
    cucchiaiate) con 75 grammi di zucchero (tre cucchiaiate piuttosto colme).

    Per la soluzione di gomma potrete – su per giù – basarvi sulle stesse
    proporzioni: tre cucchiaiate (molto colme) di gomma arabica (polverizzata
    nel mortaio) con due cucchiaiate e mezzo, o tre, d’acqua.
    Mescolate bene la gomma fusa e densa con lo sciroppo e tenete in caldo,
    senza che il calore però sia eccessivo. Prendete le violette, mettetene
    poche alla volta in una terrinetta di porcellana e versateci su un pochino
    del composto di gomma e sciroppo: tanto che basti appena appena a bagnarle.

    Operando con attenzione, girate le violette nel liquido affinché restino
    inumidite inogni parte. Appoggiatele subito sullo zucchero colorato e
    rotolatele in esso con grande delicatezza in modo da far loro raccogliere la
    maggiore quantità di zucchero. Procedete così fino ad avere esaurito tutte
    le violette e poi collocatele bene allargate su un grande setaccio di seta
    lasciandole per qualche giorno in luogo tiepido, affinché possano asciugarsi
    completamente.

    Trattandosi di preparazioni eseguite in famiglia dove, naturalmente, non si
    possono avere a propria disposizione i vari utensili di cui può disporre il
    professionista, ci si può anche fermare qui, e si sarà ottenuto, pur con
    semplicità di mezzi, un risultato già abbastanza soddisfacente.

    Il lavoro
    più importante ed anche più difficile, così per le violette candite, come
    per i fiori d’arancio e le rose,che, su per giù, subiscono tutti la medesima
    preparazione, é quello della rifinitura a regola d’arte, cioé la
    brillantatura.

    Nonostante, come detto, ci si possa arrestare alla prima parte già
    descritta, esporremo brevemente anche il sistema della brillantatura,
    successivo, inevitabile passo.

    Mettete a sciogliere in una casseruola di ramo non stagnata dello zucchera
    in pezzi con dell’acqua, tenendo presente che su ogni chilogrammo di
    zucchero ci vogliono 400 grammi d’acqua.

    Sciogliete lo zucchero mescolandolo, poi portate la casseruola su fuoco
    vivo, fino all’ebollizione. Appena lo zucchero avrà levato il bollore,
    tirate indietro il recipiente e schiumate accuratamente lo sciroppo,
    liberandolo di tutte quelle impurità che saranno salite alla superficie.
    Rimettete la casseruola su fuoco vivace e con un pennello pulito e bagnato
    nell’acqua fresca, spennellate frequentemente il giro interno della
    casseruola affinché lo zucchero cuocendo non ci si attacchi.

    Dopo dieci minuti di forte ebollizione tirate indietro la casseruola e
    misurate col pesa-sciroppi la densità dello sciroppo, che deve raggiungere i
    34 gradi piuttosto scarsi. Ottenuto questo grado di densità ponete la
    casseruola con tutto la sciroppo in luogo fresco, coprendola con un foglio,
    di carta bucherellato che inzupperete nell’acqua e poi spremerete. Lasciate
    in riposo lo sciroppo senza più toccarlo, per sei ore. Occorre adesso un
    apposito utensile detto la brillantiera , il quale é formato da una cassetta
    metallica a forma rettangolare con un bordo di circa quattro centimetri
    d’altezza e corredata d’una gratella in filo di ferro sottilissimo.

    La « brillantiera » ha nella sua parte inferiore un’apertura che si chiude
    con apposito turacciolo per colare poi lo sciroppo – che con termine tecnico
    si chiama « brillante » – ad operazione ultimata. Nel fondo della a
    brillantiera », sulla gratella, disponete le violette bene asciutte,
    ricoprendole con una seconda gratella, finissima e leggerissima. Versate
    sulle violette con grande attenzione lo sciroppo, tenendo la casseruola il
    più aderente possibile alla « brillantiera ». Questo sciroppo deve ricoprire
    completamente le violette, che rimarranno sommerse nel a brillante ».

    Lasciatele così per nove ore senza mai toccarle. Trascorso questo tempo
    togliete il turacciolo alla « brillantiera » e lasciate che lo sciroppo (che
    raccoglierete naturalmente in un altro recipiente) esca fino all’ultima
    goccia. Sollevate allora la gratella, ed estraete ad una ad una le violette,
    per collocarle nuovamente sul setaccio di seta. Portate il setaccio con le
    violette in luogo caldo e lasciate che le violette si asciughino
    completamente.

    Avrete così ottenuto, scintillanti come pietre preziose, le belle violette
    candite che anche pochi pasticcieri sanno trattare con sicuro esito. Il
    procedimento descritto per le violette candite – e che non troverete certo
    in alcun’altra pubblicazione del genere – é quello perfettissimo che mi
    venne a suo tempo insegnato

    Attendiamo resoconto…

    #203404
    Dida
    Dida
    Partecipante

    Grazie Ferny, troppo complicata.

    #203405

    alexanna
    Membro

    io non le ho mai fatte mi dispiace dida

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