Caccavelle da nonna

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Questo argomento contiene 71 risposte, ha 0 partecipanti, ed è stato aggiornato da  nonna Ivana 17 anni, 9 mesi fa.

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  • #149352

    nonna Ivana
    Membro

    allora riconoscete questi utensili-attrezzi- in uso fino agli anni 50-60?

    Qualcuna li ha visti!!!

    Ciao (sono ore molto impegnate per me…quindi corro!!!

    Ivana

    #160619

    Nella prima foto intravedo un passapomodoro stile Flinstone? 😀 😀 😀 😀

    #160620

    nonna Ivana
    Membro

    sono solo attrezzi per tostare il caffè/orzo in casa: la boccia con i due manici a forbici, si fissa alla catena del focolare, e si agita con movimento a 180 gradi, di qua e di là, per tostare i grani all’interno; l’attrezzo si apre a scatola, due semisfere sovrapposte nel bordo, proprio come una scatola di biscotti di latta.

    L’altro attrezzo, stessa funzione, ma sul gas o sulla cucina economica, e una manovella con interno a spatola che smuove i grani di caffè, per non farli bruciare!

    Per il primo ho ricordi “calienti” della mia infanzia, quando mi demolivo il polso a forza di voltare di qua-di là, sul fuoco la boccia di ferro!!!
    Voila

    Ciao…

    #160621

    Sono affascinata!!!!!!! 😯 😯 😯 😯 [smilie=041.gif] [smilie=041.gif] [smilie=041.gif] [smilie=041.gif]

    #160622
    gaviota argentea
    gaviota argentea
    Partecipante

    Io invece ho ricordi di quello a manovella: Io e mia sorella ci contendevamo l’onore di adoperarlo!

    L’altro mi incuriosisce: antenato della famigerata sparabiscotti o torchio per la pasta?

    Comunque, Ivana te li invidio molto!

    #160623

    nonna Ivana
    Membro

    Mie care ragazze, (questa è una menata)

    che invidiate? Io non posseggo niente di tutto questo!
    Ho solo fatto un percorso culturale, sul tema cucina e dintorni, nel mio paese ed altri limitrofi per documentare la civiltà contadina e non, dei lustri attorno alla metà del novecento.
    Ho raccoltoi oggetti che mi aiutassero a parlare di questo!

    Sono oggetti che a volte giacciono nelle cantine, o in magazzini, non parlano… io ho voluto, invece, ridare loro un po’ di vita, raccogliendoli ed esponendoli in un ambiente in verità degno di cose più elevate…(ma c’erano pure quelle!!), legando assieme ambienti, attrezzi, ricette, usanze.
    Una faticaccia, con gli “anatemi” di un Cerbero, che non si è ancora adeguato ad una “matta da legare” come me!!!

    Io ho la digitale facile…praticamente un’appendice della mano e dell’occhio, mi viene una idea. o meglio un oggetto, un atteggiamento, un panorama, possono suggerirmi all’improvviso un certo discorso…quindi foto, poi archiviazione in un dato modo, appunti su blocco note , e inizia la ricerca per allargare, documentare, testimoniare…

    Tanto mi conoscono già…quindi meglio rimanere su questa linea…andare avanti e realizzare sempre qualcosa di nuovo, non solo per me ma anche per altri!

    Mi riferisco alla mostra, che se vi degnate di guardare nel mio album, trovate, in tre foto: copertina del libretto di introduzione contenente alcune ricette antiche, e due foto di me stessa nell’ambiente designato.

    Vi racconto un piccolo particolare:
    Qui da noi usava tenere nella grande cucina, a volte unico ambiente da giorno, nelle case di campagna, i grandi quadri dalle cornici dorate, da rinfrescare di tanto in tanto con pennello e porpora, che non erano altro che foto di famiglia, patriarcale, che un fotografo-artista aveva ingrandito, abbellito, soffuso di atmosfere velate ecc…
    Il quadro sovrastava la madia, in genere, una corda incrociata lo manteneva come in bilico, appeso alla parete altissima…e lo sguardo del capofamiglia dominava tutta la stanza.

    Mio sorella abita in campagna in una casa enorme del seicento, ha mantenuto la struttura antica, con il vasto loggione, e a una parete è ricomparso questo quadro di famiglia…..l’ho fotografato.

    All’apertura della mostra, ho iniziato a proiettare le mie Presentazioni, “La cucina…” e la prima diapositiva era focalizzata su questa immagine…entrano mia sorella e cognata, vedono ‘sta immagine ..e si mettono a piangere!!!!

    Ditemi un po? il quadro ce l’hanno davanti tutto il santo giorno…non gli fa più effetto…ma lì, introduzione a un tema “pacifico” come l’ambiente cucina, accanto a fornetti di ghisa, madie, mattarello, focolare, tutti in mostra a parlare di tempi andati, ha fatto emozionare non solo loro!

    Conclusione: tutti questi oggetti sono ritornati nelle cantine, granai, magazzini, al loro sonno dell’oblio!!!!!!

    Smetto…

    Ivana

    #160624

    nonna Ivana
    Membro

    @gaviota argentea wrote:

    Io invece ho ricordi di quello a manovella: Io e mia sorella ci contendevamo l’onore di adoperarlo!

    L’altro mi incuriosisce: antenato della famigerata sparabiscotti o torchio per la pasta?

    Comunque, Ivana te li invidio molto!

    L’altro oggetto è uno dei tanti tipi di torchio per pasta.

    Anche in casa mia ce n’era uno, era proprio murato a un muro portante della loggia, a circa un metro da terra, e da noi serviva (non solo per la nostra famiglia, ma anche per braccianti del vicinato) per la pasta di sola farina di grano tenero e acqua, un impasto durissimo, che man mano veniva introdotto nell’apertura superiore a tozzo imbuto, e azionando dall’alto in basso una “pertica” faticosissima, si “sfornavano” solo tre tipi di pasta: maccheroni, gramigna e spaghetti. Penso che servissero tre persone a gestire questa operazione, io che a pancia contratta sulla pertica l’abbassavo e rialzavo e dovevo essere brava a mantenere un ritmo ordinato, un’altra persona introduceva l’impasto e lo premeva verso l’interno, e all’altro capo una terza persona tagliava a giusta misura questi tipi di pasta…..anhe qui c’era la sapienza della consuetudine…vale a dire tutto a regola d’arte!

    Mi sto rilassando, ho preparato per il pranzo di domani e i piedi mi bruciano…

    Ciao

    #160625

    nonna Ivana
    Membro

    Queste sono due pentole, dal fondo arrotondato, che servivano per bollire in acqua cibi, per fare la polenta, per cuocere la pasta.
    Per fare la polenta occorreva anche una specie di tegola, curva per poter seguire la rotondità della pentola; vi si appoggiava il ginocchio e con un bastone abbastanza lungo e l’estremità che andava immersa appiattita, si mescolava con vigoria , finchè non si formava una crosta sfrigolante alle pareti della pentola, che indicava che la polenta era cotta.

    Veniva versata sul tagliere apposito, di solito rotondo, con le mani bagnate veeniva ben accarezzata per plasmarla a cupola, poi con un refe bianco, tenuto steso con le due mani, lo si imntroduceva aderente il tagliere e lo si estraeva sollevandolo attraverso la polenta, per formare delle belle fette da mettere nel piatto.

    Umido di carne o pesce erano ottimi. Di pesce, qui dalle nostre parti si conosceva il pesce gatto, che aveva carni bianche delicatissime, che si fondevano quasi, immersi nel sugo di pomodoro e prezzemolo.

    Bene ecco due esemplari, non eccellenti, e malmessi!

    ciao

    Ivana

    #160626
    paula
    paula
    Partecipante

    Ciao Ivana, i miei paioli non sono belli come i tuoi ,ghisa ,alluminio e rame .i taglieri per rovesciare la polenta uno mi è stato regalo da mio zio lavorato da lui,mi ricordo che prima di sposarmi sono andata con la mia mamma a comperare quelle cose che nessuno ti regala mai ma sono molto utili e quando sono partita tra le varie cose c’era il paiolo di ghisa e il tagliere più piccolo,
    anche noi usiamo lo spago per tagliare le fette di polenta che prima viene “paletata” bagnando la paletta sotto il getto dell’acqua e poi ci si fà la croce come la faceva la mia nonna paterna
    quanti ricordi fai tornare alla mente
    ciao

    #160627
    gaviota argentea
    gaviota argentea
    Partecipante

    Nonna Ivana, arrivo con le caccavelle mie! 😀 😀

    Questa , per esempio, che viene prodotta anche in terracotta smaltata e con un uso ben preciso.
    Indovinate quale?

    o questo, molto adatto alla stagione

    be’ questo lo conosciamo tutti

    e poi una panoramica di caccavelle 😀 😀

    E chi glielo spiega a mio marito come mai mi son messa a fotografare il pentolame?

    #160628
    paula
    paula
    Partecipante

    Gaviota la prima è per l’acqua ???????
    il secondo è” il prete” ?

    #160629
    paula
    paula
    Partecipante

    Gavi sono proprio” rimbambita”
    se ti avvanzano qualcuno di quelli stampi fammi un fischio
    di a tuo marito che è per una buona causa 😆

    #160630
    gaviota argentea
    gaviota argentea
    Partecipante

    @paula wrote:

    Gaviota la prima è per l’acqua ???????
    il secondo è” il prete” ?

    Sì il secondo è “il prete”

    ma il primo…

    pentola per i legumi secchi o qualche altro cibo che non deve essere mescolato con cucchiai o mestoli mentre cuoce: ogni tanto si afferrano i due manici, che son tutti e due vicini dalla stessa parte, e si scuote il tegame con movimenti ad arco dal basso verso l’alto, in modo che il cibo che sta in fondo non si attacchi e salga verso l’alto dolcemente, senza rovinarsi, cullato dal movimento.

    C’è pure un detto del mio paese, che, tradotto suona circa “Contenti e cullati con la testa nella pignatta” , come a dire presi dolcemente per i fondelli!!
    😆

    #160631

    nonna Ivana
    Membro

    Grazie Nuvole,

    le tue cose sono meravigliose! Così il thread si nobilita con cose ben tenute, che denotano un amore vero per la tradizione!!!!

    Le didascalie sono appropriate!!!

    Ivana

    #160632

    alexanna
    Membro

    se a capodanno buttate qualcosa di vecchio giù dalla finestra …. avvisatemi …io mi metterò lì sotto 😆 😆 😆

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