Baccalà in crosta di patate

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Questo argomento contiene 21 risposte, ha 0 partecipanti, ed è stato aggiornato da  imported_susanna 17 anni, 10 mesi fa.

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  • #162231
    paula
    paula
    Partecipante

    @alexanna wrote:

    si ok

    ora ad esempio sto insegnando a paula il Paint
    mò vuoi vedere che Paola arriva e mi dice
    le mie foto le devo a te ?
    io le ho solo insegnato come si usa il Paint … MA con le sue future foto ( ridotte, ingrandite, assemblate, tagliate, collage ecc ecc )
    non ho niente a che fare … sono innocente …. non è colpa miaaaaaaaa

    Stai creando un MOSTROOOOOOOOOO

    #162232

    nonna Ivana
    Membro

    Cara Susanna,

    riprendo questo thread, proprio per richiamare l’attenzione sul baccalà!
    E’ stato un cibo molto importante, la sua conservazione azzeccata, ha fatto sì che anche in una pianura come la nostra il pesce di mare avesse una certa accoglienza sulla nostra tavola!

    Qualcuno ricorda come veniva cucinato?

    Io avrei un paio di ricette…diciamo vecchiotte, le cerco e ve le spiego!!!

    Ma qualcuno di voi, lo so, ha anche qualcosa da dire su questo cibo e…io aspetto le pillole!!!!

    Ciao

    Ivana

    #162233
    gaviota argentea
    gaviota argentea
    Partecipante

    Ivana, figurati qui nel Veneto se non ci sono mille storie di “polenta e baccalà”
    Più tardi cerco qualcosa.

    #162234

    nonna Ivana
    Membro

    Ti aspettavo, Nuvole!!!

    Grazie!!!

    Ivana

    #162235
    gaviota argentea
    gaviota argentea
    Partecipante

    Potrei cominciare, Ivana, con le parole di un antico canto degli Alpini che, si sa, in Veneto son di casa:

    “se il mare fusse tocio
    e i monti de poenta
    ohi mamma che tociae
    polenta e baccalà!”

    Il “tocio”, per chi non lo sapesse è il sugo in cui fare “scarpetta” o “tociata” che dir si voglia.
    Si intuisce facilmente, a questo punto che le ricette venete di baccalà prevedano sempre sughetti piuttosto abbondanti e saporiti, talora arricchiti anche dalle influenze dell’Oriente con cui la Serenissima Repubblica aveva frequenti scambi commerciali, ecco, infatti in alcune ricette comparire l’agrodolce di uvette o pinoli o zenzero.
    Dai nomi, poi di antiche ricette si comprende come il baccalà fosse uno dei piatti di magro dei conventi, dove si rinunciava sì alla carne, ma non alla cucina gustosa, ecco infatti il baccalà alla Cappuccina o quello alla Certosina. E poi ogni città ha dato origine alla sua ricetta, quindi abbiamo baccalà “alla veneziana”, “alla vicentina”, “alla trevisana”,” del Montello” “alla montanara” e tutti, o quasi tutti questi piatti vanno serviti ben caldi e con l’immancabile polenta, morbida e calda o tagliata a fette e fritta.
    Cercherò le ricette più aderenti alla tradizione, anche se ogni padrona di casa è pronta a giurare sulla propria, e ne posterò qualcuna.
    Dato però che parlavo anche di polenta, vado un attimino fuori tema e ricordo un piatto tipico del Veneto, di quelli che oramai si sentono solo raccontare dai vecchi, ma proprio vecchi e che parlano di tempi austeri e frugali . “Polenta e scopeton” dove lo scopeton era l’aringa salata e condita con cipolla e posta al centro del tavolo, sulla quale tutti i commensali sfregavano la loro porzione di polenta!

    #162236

    nonna Ivana
    Membro

    Davvero interessante…e qui vedo già come anticamente gli usi si potessero assomigliare, anche perchè veneto e emilia-romagna si toccano, poi il fiume unisce, e tante usanze del mare, della Serenissima, penetravano fin verso le nostre pianure.
    Un modo molto tipico nostrano era friggere il baccalà ammollato e asciugato rivestito di “colla” così detto “baccalà co la coula”.
    Si tagliavano dei bei tocchi di baccalà, li si immergevano nella pastella di farina acqua e vino o aceto, (però qui devo cercare meglio, perchè la memoria mi falla!), e si friggevano in padella con molto strutto, diventavano dei croccanti quadrotti, il cui profumo invadeva tutta la casa, e si accorreva a prenderne dei bocconi avvolti nella carta gialla.
    Erano la cena che veniva servita con insalata.

    Ma se erano le fredde sere invernali, questo baccalà già fritto veniva adagiato su un bel sugo di pomodori e odori e lo si accompagnava con la polenta, versata sul tagliere e tagliata col refe bianco, in belle fettone grosse, che sembravano mattoni.

    ivana
    Mia consuocera lo fa ancora, mi informo!!!!

    #162237
    gabriela
    gabriela
    Partecipante

    Utilizzo molto simile anche in quel di Varese: quadrotti di baccalà lasciato in acqua corrente a dissalare per almeno 36 ore, asciugato, passato nella farina e successivamente in pastella. Frittura in olio d’oliva e in tavola bollente con insalata o, meglio ancora, con una insalata di patate e barbabietole.

    L’eventuale baccalà fritto avanzato veniva scaldato nella “gremulada” ovvero in un sugo come quello degli ossibuchi alla milanese e servito con polenta gialla o bianca.

    #162238

    betta
    Membro

    Susanna mizzica mi fai venire na fame solo a guardarle le foto. Questa la faccio subito dato che a casa si sono stufati della mia versione sul baccala`. Dite grazie alla zia susanna!!
    Un bacio Susanna.

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