Aceto Balsamico Tradizionale di Modena

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Questo argomento contiene 14 risposte, ha 0 partecipanti, ed è stato aggiornato da  nonna Ivana 17 anni, 2 mesi fa.

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  • #151266

    nonna Ivana
    Membro

    http://www.acetaiapaltrinieri.it/

    Finalmente ho visitato uno dei luoghi dei miei desideri: l’acetaia classica per la produzione dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.
    Faccio sempre visita, con interesse e curiosità alle varie sagre dei dintorni, e confesso che nel Modenese incontro una realtà di gran lunga soddisfacente per i progetti di recupero di tradizioni e per l’interessamento nella cura della qualità e per il controllo assiduo che viene effettuato da parte dei vari consorzi specifici sui diversi prodotti, come il vino, il formaggio, i salumi ecc…
    Nell’acetaia hai soprattutto il naso esposto alla scoperta del percorso aromatico di un prodotto, dall’inizio della filiera al risultato finale.
    La corte della villa agricola che ospita l’acetaia è immersa nella campagna della provincia di Modena, quindi siamo proprio nel regno dell’Aceto Balsamico Tradizionale. Le vigne di Lambrusco e Trebbiano in piena stagione di vendemmia circondano l’abitato di Sorbara.
    Importante è la denominazione, perché io ho preso in considerazione solo questo aceto, di cui ho appreso il metodo produttivo; da profana ho colto solo quelle informazioni che mi servivano per chiarirmi le idee e che passo a voi, sperando di essere chiara e utile.

    Partiamo dalla parte esterna ai locali, dal grosso contenitore di uve: ho dato una sbirciatina, salendo la scaletta e ho scattato la foto ai grappoli di Uva Trebbiano, che serve per questo aceto.

    Un grosso tubo collega questo container alla pigiatrice meccanica, un mastodonte elettrico che maciulla le uve, il cui succo viene fatto passare all’interno di un altro locale, in cui alloggiano le caldaie per la cottura del mosto.
    Il Mosto viene filtrato, quindi vengono tolte le impurità, poi si procede alla cottura.

    L’aceto parte dal MOSTO COTTO, processo che si fa prima che il mosto inizi la sua fermentazione naturale, le caldaie vengono programmate per una lentissima cottura a una temperatura di 90°-92° per un tempo che va proprio da un minimo di 20 ore fino a 40-48 ore, a seconda delle vendemmie e del contenuto zuccherino delle uve.
    Con questa cottura si raggiunge una riduzione dal 50 al 70% del mosto.

    Il Mosto Cotto viene poi filtrato e da quel momento si inizia la maturazione e acidificazione in botte o vasello.
    Qui entra in gioco il tipo di legno o meglio i tipi di legno di cui sono fatte le botti, che contribuiranno con i loro aromi ad arricchire il bouquet aromatico dell’aceto stesso.
    Al piano terra raggiungiamo un ambiente che ospita le Botti Madre. La Botte Madre è bella capiente, può contenere 225 litri di mosto cotto, è in legno di rovere, in essa il mosto compirà una lunga sosta di due anni, con relativa acetificazione e concentrazione.
    Una particolarità : queste botti sono botti “usate”, hanno già avuto una loro storia, ma con il cognac delle regioni francesi, e quando sono vecchie e incrostate non possono più essere usate, quindi prendono la via per l’Italia, dove nelle acetaie possono proficuamente essere utilizzate per il Balsamico.

    Il processo più lungo avviene nell’acetaia del sottotetto, un ambiente molto adatto a questo aceto, che trae vantaggi dalla forte differenza termica: d’estate il processo si accelera, e d’inverno ha una pausa nella fermentazione, necessaria.

    Siamo passati quindi al sottotetto, dove in bellissimo ordine ci sono le serie di batterie, tutte “attive”, con il loro aceto in fermentazione.
    Dalla Botte Madre si passa alla batteria di botti, che in genere partono dai 60 litri a scalare fino ai 20 litri, in una batteria di 5 vaselli.

    Dalle direttive del Consorzio ho letto le tipologie del legno delle botti: Rovere-Castagno-Ciliegio-Frassino-Gelso, in questa sequenza, ogni legno darà al passaggio dell’aceto il suo profumo, la somma dei 5 diversi legni donerà al prodotto finale una certa uniformità di caratteristiche organolettiche, necessarie per la determinazione dell’idoneità al sigillo.
    Tutte le caratteristiche della botte sono tassative e devono essere visibili in etichette apposite applicate ad ogni vasello.
    Anno per anno il curatore dell’acetaia interviene per i travasi e i rincalzi (rabbocchi)delle fasi intermedie della maturazione dell’aceto.
    Per ottenere un aceto che soddisfi le caratteristiche ottimali per la Denominazione di Origine Controllata si parte da un minimo di 12 anni di acetificazione in botte fino ai 25 anni…ma si sono avuti degli aceti di mezzo secolo ed oltre.

    Il Consorzio Dell’ Aceto Balsamico Tradizionale Di Modena, avrà poi il compito di analizzare tecnicamente ma anche con gli assaggiatori di Aceto, le caratteristiche degli aceti dei Produttori, e solo per quelli idonei si procede al Sigillo DOC.. Altrimenti hanno altro processo di acetificazione o altra destinazione.

    La visita è terminata: sono rimasta ammirata dalla accurata manutenzione dell’arredo degli ambienti, dall’ intelligente accostamento di oggetti della tradizione, strumenti e attrezzi, in sintonia con la produzione di un così tipico tesoro culinario, quale è l’aceto balsamico tradizionale.
    Sono grata soprattutto ai due giovani titolari di questa azienda, marito e moglie, che mi hanno prestato ascolto, hanno soddisfatto le mie curiosità, permesso di fotografare, donato opuscoli per approfondire l’argomento.

    Scoverò qualche ricetta da passare, dopo che le avrò realizzate

    http://www.acetaiapaltrinieri.it/

    #182913

    pasticcino
    Partecipante

    adorando l’aceto balsamico pur non potendo semrpe usare quello modenese doc, attendo ricette 😀

    #182914

    Non ci posso credere…. la ditta Paltrinieri di Sorbara!!!!!!!!!!! 😯 😯 😯

    L’ho visitata anche io qualche anno fa…. e per anni e anni mi sono fatta inviare il loro MAGNIFICO (il maiuscolo è d’obbligo)… LAMBRUSCO!!!… Penso siano sempre loro a produrre anche il lambrusco… mi confermi Ivana??

    Grazie!!!…. Tutto molto molto interessante!!!

    Forse quest’anno li contatterò nuovamente!!!!!

    #182915

    alexanna
    Membro

    molto bello grazie ivana 😀

    #182916

    RDG
    Membro

    Perchè non usano il metodo classico? Fanno vedre MJ all’uva e….puff!!!!!! Aceto. 😈

    #182917

    alexanna
    Membro

    😆 😆 😆 😆 😆 😆 😆

    #182918

    nonna Ivana
    Membro

    @rdg wrote:

    Perchè non usano il metodo classico? Fanno vedre MJ all’uva e….puff!!!!!! Aceto. 😈

    ma cavaliere una volta tanto????? 8)

    M.J…..aceto!!!! 😉

    sei un po’ “acidificato” tu…RDG!!!!!!!!!!!

    👿

    Ciao

    #182919

    RDG
    Membro

    Eh, la peppa….bruschina, eh? (vabbè che siamo su un topic di aceto, però…..). Mj mica se la prende….

    #182920

    nonna Ivana
    Membro

    @ Susi…

    per il Lambrusco forse ti sei rivolta qui:

    http://www.agrimodena.it/alimentazione/fa10.pdf

    http://web.mac.com/tecopiu/iWeb/TECO+/Paltrinieri.html

    mentre invece dove mi sono rivolta io è solo acetaia, anche se sono produttori di vino.

    Il complesso della Villa con Corte è proprio a pochi metri dal “centro” della frazione Sorbara del Comune di Bomporto.
    La villa è una bella costruzione ottocentesca, che non ho potuto fotografare…perché tutta la strada prospicente era affollata di Fiat 500 e relativi possessori e sostenitori, per la sfilata d’obbligo in manifestazioni del genere, qui dalle nostre parti.

    A S. Agata BO sempre la Lamborghini fra i piedi, a Castelfranco E. per il Tortellino c’era la Ferrari n.27 in bella mostra, a Sorbara le 500…insomma qui si tratta proprio di: “SAPORI E MOTORI”, come è anche giusto, visto che ci siamo in mezzo!!!!

    ti passo questo link

    http://www.acetaiapaltrinieri.it/html/static/it/visite.php

    #182921

    No Ivana… il link giusto è il seguente:

    http://www.cantinapaltrinieri.it/prodotti.htm

    E questo è il mitico lambrusco di cui parlavo (una volta il tappo lo legavano a mano con lo spago):

    #182922

    nonna Ivana
    Membro
    susanna wrote:
    No Ivana… il link giusto è il seguente:

    http://www.cantinapaltrinieri.it/prodotti.htm

    E questo è il mitico lambrusco di cui parlavo (una volta il tappo lo legavano a mano con lo spago):

    E’ appunto la ditta Gianfranco Paltrinieri, situata in altra zona…quella che ti ho dato prima, praticamente.

    L’acetaia Paltrinieri è situata in altra parte e Il Titolare è l’ing Guido Paltrinieri!

    Ma ottimo in ogni modo!!!!!!!!

    #182923

    Magari sono parenti…. ❓ 8)

    #182924

    nonna Ivana
    Membro

    @susanna wrote:

    Magari sono parenti…. ❓ 8)

    domenica glielo chiedo!!!!!!! 8)

    #182925

    A proposito di balsamico…..

    Ricordo queste ricette presenti sul sito che negli ingredienti prevedono l’utilizzo dell’aceto balsamico:

    Lonza di Maiale alla Balsamica (di Marie-Josè)

    http://www.universocucina.com/site/html/News,file-article,sid-277.html

    Gamberoni Ricotta e Menta (di Lapsus)

    http://www.universocucina.com/site/html/News,file-article,sid-260.html

    Filetto di Manzo all’Aceto Balsamico (di PhysicalGraffiti)

    http://www.universocucina.com/site/html/News,file-article,sid-191.html

    Agretti o Barba di Frate al Pecorino Sardo (di Susanna)

    http://www.universocucina.com/site/html/News,file-article,sid-160.html

    Pollo alla Thailandese (di Luigi Francia)

    http://www.universocucina.com/site/html/News,file-article,sid-127.html

    Carpaccio di Pesce Spada su Letto di Rucola (di Susanna)

    http://www.universocucina.com/site/html/News,file-article,sid-37.html

    E infine questo strudel dell’Ivana… gustato con aceto balsamico…

    http://www.universocucina.com/site/html/News,file-article,sid-188.html

    #182926

    nonna Ivana
    Membro

    Grazie Susi….

    Naturalmente si devono fare i distinguo!
    Non sempre si ha a disposizione l’aceto balsamico tradizionale di Modena…ma un aceto “industriale”, fatto con procedimenti diversi, niente invecchiamento o “simulato” ecc…
    Esistono delle “direttive” diciamo così, per non “estraniare” troppo l’uso dell’aceto classico, e da un po’ di tempo a questa parte, in molti paesi del mondo, grandi chefs hanno come il compito in classe di creare abbinamenti “da chef”.

    Dalle nostre parti si conosce la “scaloppina di Pavarotti” che poi si fa spesso nelle nostre case, senza sapere che fosse testimoniata in una “famosa” ricetta del Maestro!

    Appena la faccio la invio!

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