GIAMBURRASCA E IL GIORNALINO DELLA DOMENICA
Reggio Emilia Biblioteca Panizzi.
Dal 20 di gennaio è in corso a Reggio Emilia una mostra, che si protrarrà fino al 17 marzo, allestita in occasione del centenario di uno storico periodico per ragazzi, ragazzi del tempo andato a cui il giornale si rivolgeva con scopi “educativi”. Altri tempi eh? Altri ragazzi, ragazzi che , negli anni 20, ebbero la fortuna di leggere sulle pagine del Giornalino della Domenica, le puntate di quello che doveva divenire uno dei libri più amati dai giovanissimi del secolo scorso :”Il Giornalino di Gianburrasca”, il cui autore, Vamba ne curò anche l’illustrazione con una accattivante grafica dalle caratteristiche infantili, la stessa che tutt’ora viene riproposta nelle riedizioni dell’opera.
Migliaia di adolescenti, ma anche di adulti, hanno letto, col gusto della complicità, questo Giornalino che, in forma di diario, riporta le monellerie di Giovannino Stoppani, esagitato rampollo di una famiglia bene la cui vita quotidiana, filtrata attraverso la sincerità e lo spirito ironico di un ragazzino, appare ancora a noi di tre o quattro generazioni fa tanto simile al clima delle nostre famiglie, con i nonni, le figlie da maritare, le apparenze da rispettare, il vassoio di paste della domenica, la cerchia di amici un po’ pettegoli, la zia zitella che “non aveva trovato neppure un cane che la volesse”…
Ecco, credo che coloro che si incanteranno all’idea di questa mostra non potranno non interrogarsi sulla differenza tra questo magico Giornalino e le letture dei giovani d’oggi, che parlano, per fare un esempio, del maghetto H.Potter, che comprendono collane editoriali dal titolo “Piccoli Brividi” e simili.
Forse la vita delle famiglie attuali non è più così bella, rassicurante e piacevole se si sente il bisogno di evadere nella magia, nell’orrido, nell’irreale invece che sorridere, con solidale consapevolezza, al pensiero di figlioli, mandati in camera senza cena, che si confortano non esternando in rete, su un blog le loro angosce esistenziali, ma semplicemente scrivendo e disegnando un diario su un quadernetto, monelli che non lanciano sassi dal cavalcavia, ma fanno crescere assurdamente la pianta di dittamo d’una vecchia zia, collegiali che non si coalizzano in bande per nessun altro facinoroso scopo che non sia quello di ottenere una gustosa pappa col pomodoro.
Insomma, ragazzi del tempo che fu, che si commuoveranno visitando questa mostra e che forse non sanno o non ricordano che anche Cesare Zavattini amò il Giornalino di Gianburrasca e ne curò la sceneggiatura per un film e che al Giornalino della Domenica collaborarono autori come Giovanni Pascoli, Ada Negri, Grazia Deledda, Luigi Capuana.
Non vi è venuta voglia di andare a cercare, sullo scaffale de vecchi libri, la copia bianca e verde di questo Giornalino?
Ofelia Allegretta