Kutia (dolce tipico ucraino)

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    Dida
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    La mia colf è appena tornata dal suo paese dove è andata a festeggiare il Natale che per loro è il 7 gennaio. Ci ha fatto omaggio di questa ricetta.

    Kutia
    Ingredienti:
    250 g di frumento
    150 g di semi di papavero
    180 g di zucchero
    100 g di miele
    200 g di noci tritate
    uvetta (facoltativa)

    Lavate il frumento poi mettetelo in ammollo in abbondante acqua fredda per tutta la notte. Il giorno dopo scolatelo, versatelo in una pentola, copritelo con abbondante acqua pulita, portatelo ad ebollizione e cuocete per 3-4 ore fino a quando i chicchi saranno teneri.
    Versate i semi di papavero in una pentola, versatevi sopra il doppio di acqua fredda e cuocete sino a quando l’acqua sarà stata assorbita. Lasciate raffreddare poi scolateli, metteteli in un mortaio e pestateli sino a quando uscirà il “latte”.
    Sciogliete il miele e lo zucchero in 200 ml di acqua calda e quando saranno sciolti lasciateli raffreddare. Quando tutti gli ingredienti saranno freddi versateli in una capace ciotola, unite le noci tritate (ed eventualmente l’uvetta ammollata e strizzata) e mescolateli bene. Fate riposare in frigo e servite freddo. Se lo preferite tiepido scaldatelo leggermente.
    La preparazione può essere più o meno densa, dipende dai gusti e dagli usi familiari. Normalmente ai bambini piace più liquida, tipo zuppa.

    Questo è il primo dei 12 piatti rituali (che simboleggiano i 12 apostoli) del cenone della vigilia di Natale in Ucraina. Il Natale viene festeggiato il 7 gennaio. La tradizione vuole che parte di questo cibo venga data anche agli animali, specie agli uccelli.

    E’ interessante notare che questa ricetta richiama alla mente una ricetta siciliana che posto qui di seguito.

    Cuccia dolce
    E’ il dolce rituale della festa di Santa Lucia, ma è di origine araba, a base di frumento. Il giorno prima di utilizzarlo si mette a bagno nell’acqua perché il grano possa ammollandosi. Si cambia poi l’acqua e si fa cuocere lentamente con un po’ di sale per quasi mezza giornata. Scolato, si mescola a caldo con una crema di ricotta arricchita di frutta candita, cioccolato, pinoli e profumata con vaniglia. Si mangia fredda.
    Nel Siracusano si condisce anche con miele di zàgara o con vino cotto.
    Narra la storia che Siracusa fu colpita da una grave carestia nel 1646, durante la dominazione spagnola. Successe che al culmine della disperazione dei siracusani arrivasse una nave carica di frumento e che questa circostanza sia stata ritenuta un miracolo. Certo è, però, che da quel momento alla devozione per Santa Lucia è stato associato l’uso del mangiare cuccia il 13 dicembre di ogni anno. Il nome “cuccia” può derivare dal sostantivo “cocciu”, chicco, o dal verbo “cucciari”, cioè mangiare un chicco alla volta. La tradizione vuole che questo dolce sia distribuito a familiari, amici e vicini di casa. Le briciole si lasciano nei cortili e sui tetti per essere catturate dagli uccellini.

    #224628

    Ma quanto mi piacciono queste ricette/storie!!!

    Pensavo…. Se vogliamo la ricetta della “Cuccia”… con grano, ricotta, canditi… ha un che di “imparentato” con la Pastiera Napoletana!!!

    Grazie Dida!!! [smilie=011.gif]

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