CONIGLIO AI POMODORI SECCHI

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  • #149604

    capsicum
    Membro

    1 coniglio o lepre
    un grosso ciuffo di prezzemolo
    aglio
    pomodori secchi
    vino bianco
    aceto di vino bianco

    Pulire e tagliare a pezzi il coniglio, accomodarlo in una terrina con foglie di prezzemolo e spicchi d’aglio e coprirlo con un bicchiere d’aceto di vino bianco. Lasciarlo a marinare tutta la notte .
    Il mattino dopo preparare un abbondantissimo trito di prezzemolo, aglio, pomodori secchi; levare la carne dalla marinata, asciugarla, strofinarla col battuto e metterla a rosolare in un tegame a fuoco vivo con mezzo bicchiere d’ olio d’oliva.
    Rosolata accuratamente che sia, bagnare con mezzo bicchiere d’acqua, ed un bicchiere di vino, aggiustare di sale (i pomodori secchi fanno la loro parte, attenti a non esagerare), fare evaporare, terminare la cottura in forno rinfrescando eventualmente con del vino bianco in cottura. La cottura può anche essere completata nel tegame sul fuoco, avendo cura di rivoltare con delicatezza di tanto in tanto.

    NB. questa era la vecchia ricetta per preparare il gatto, con una marinatura più lunga però. Mangiare i gatti è una cosa che mi ripugna, personalmente, ma mio padre diceva che era un residuo del ripudio di antiche religioni pre cristiane: mangiare il gatto per dimostrare che non lo si riteneva più una nimale divino. Dalle mie parti per far paura ai bambini, quando ero piccola, si minacciava di chiamare il Gatto Mammone. Sembrerebbe una residua credenza popolare collegata alla religione fenicia. Per la verità non ne so altro. Baci.

    #163625

    Grazie! Bella idea… giusto giusto qualche giorno fa si era parlato di pomodori secchi!!!! [smilie=011.gif]

    #163626
    gaviota argentea
    gaviota argentea
    Partecipante

    Anche dalle mie parti, quando ero bambina si minacciava l’avvento del Gatto Mammone.
    Anzi c’era pure un gioco da bimbi, con le carte napoletane in cui il tre di bastoni ( quello con una maschera un po’ mostruosa) veniva definito il Mammone e bisognava liberarsene.

    Se la ricetta la facessi con il pollo?
    Proprio non riesco a mangiare il coniglio, ma la ricetta mi ispira.
    Grazie, Cecilia.

    #163627

    nonna Ivana
    Membro

    Cecilia cara,

    proprio il coniglio ci faccio, con i pomodori sardi!!! Noi non usiamo il prezzemolo, nelle carni non lo usiamo, (magari potrei sfatare questo mio tabu, sarebbe ora!!!)

    Grazie che hai postato questa ricetta basilare!!!!

    Ivana

    #163628

    nonna Ivana
    Membro

    Nuvole cara,

    ma è quello che si fa qui in famiglia:

    Pollo alla cacciatora,

    niente marinatura…e via, sul fornello… ottimo!!!!

    (guarda che ho ignorato “totalmente””””” il riferimento al gatto!!!!!!!!!)

    ivana

    #163629

    elena
    Membro

    @gaviota argentea wrote:

    Anche dalle mie parti, quando ero bambina si minacciava l’avvento del Gatto Mammone..

    Siii, anche nostra nonna modenese ci raccontava del gatto mammone..!! Ricordi Susy?

    @gaviota argentea wrote:

    Se la ricetta la facessi con il pollo?
    Proprio non riesco a mangiare il coniglio, ma la ricetta mi ispira.
    Grazie, Cecilia.

    Anche io proverei con il pollo, mi piace molto questa ricetta!
    Grazie!

    #163630

    marie-jose
    Partecipante

    Grazie Cecilia! Ho 2 gatti ,uno di 8 kg e l’altra di quasi 2 .Posso cucinarli e congelare’?

    #163631

    carlino
    Membro

    Non trovo più giustificabile l’uso dell’aceto di vino per l’uso del coniglio. Forse era necessario per il gatto di cui non ho mai apprezato le sue carni. Forse.

    #163632
    paula
    paula
    Partecipante

    il coniglio cucinato in questa maniera è buonissimo.
    grazie Cecilia

    #163633

    capsicum
    Membro

    però marinato col vino ha un altro sapore. In che senso l’uso dell’aceto di vino dovrebbe essere “giustificato”? per ottenere una marinatura puoi utilizzare diversi tipi di sostanze: a base alcolica, acida o grassa, con maggiore o minore contenuto salino. La marinatura ha diversi scopi, ma il principale è quello di intervenire sul profumo del cibo integrandolo con altri aromi e veicolandone l’ingresso nelle carni appunto con il componente base della marinata. La marinatura con una base acida è utilizzata in tutte le cucine del mondo, in quella mediterranea l’aceto di vino compare assai di frequente, non pensavo che dovesse esserne “giustificato” l’uso. comunque, se vogliamo dire della ricetta originale, la marinatura era assai lunga, arrivava a 48 ore e con notevole quantità di aceto e cambiando il liquido della marinatura ogni 24 ore. Questa ricetta è la ricetta proprio del coniglio o della lepre, e conto sinceramente che nessuno pensi neppure alla lontana di cucinare un gatto! neppure come remota ipotesi.

    #163634

    nonna Ivana
    Membro

    Cecilia…

    hai richiamato anche l’uso che ha nel preparare la lepre, mia sorella, due giorni come minimo!!!
    L’aceto anche da noi viene usato in animali da pelo, ma anche da piuma…io faccio anche una ricetta, che qui diciamo toscana, del pollo all’aceto ed è ottimo!!!

    Grazie delle esaustive indicazioni, non per giustificazione, ma per spiegare usi ancora validi e seguiti!

    Ivana

    #163635

    carlino
    Membro

    @capsicum wrote:

    però marinato col vino ha un altro sapore. In che senso l’uso dell’aceto di vino dovrebbe essere “giustificato”? per ottenere una marinatura puoi utilizzare diversi tipi di sostanze: a base alcolica, acida o grassa, con maggiore o minore contenuto salino. La marinatura ha diversi scopi, ma il principale è quello di intervenire sul profumo del cibo integrandolo con altri aromi e veicolandone l’ingresso nelle carni appunto con il componente base della marinata. La marinatura con una base acida è utilizzata in tutte le cucine del mondo, in quella mediterranea l’aceto di vino compare assai di frequente, non pensavo che dovesse esserne “giustificato” l’uso. comunque, se vogliamo dire della ricetta originale, la marinatura era assai lunga, arrivava a 48 ore e con notevole quantità di aceto e cambiando il liquido della marinatura ogni 24 ore. Questa ricetta è la ricetta proprio del coniglio o della lepre, e conto sinceramente che nessuno pensi neppure alla lontana di cucinare un gatto! neppure come remota ipotesi.

    Io chiedevo se l’uso congiunto del VINO e dell’aceto di vino, come prescrito nella tua ricetta, fosse dovuto al fattto che si trattasse di gatto. Io uso per una normale marinatura solo del buon vino ed aromi vari.
    Per la marinatura son d’accordo circa la sua funzione ed utilità , non concordo invece che serva per intervenire sul ” profuno “, ma serva invece per togliere la ” tanfa” che promana da determinate carni . Insomma “tanfa ” , qui da noi, é sinonimo d’odore sgradevole.

    #163636

    capsicum
    Membro

    no, non concordo sul fatto che la marinatura serva oggi come oggi a levare l’odore sgradevole alle carni, forse era così in passato, quando il frigorifero non esisteva. comunque la ricetta prevede l’aceto per la marinatura, ed il vino per la cottura. In generale, quando è prevista una marinatura in aceto (anche io, Ivana, ho una ricetta di pollo “a succhittu” marinato con un po’ d’aceto), la successiva cottura si può fare sia bagnando con brodo che bagnando con vino, a me piace assai usare il vino per irrobustire il sugo di una cottura in tegame, e non disdegno neppure l’uso, in successione, del vino e poi del latte. Questa seconda procedura è per esempio quella del famoso, e delizioso, maiale al latte di mia suocera, che lo rosola accurantametne(steccato e legato con aglio e rosmarino, e magari due foglie di salvia), lo bagna col vino e lo fa restringere, poi abbassa il fuoco e, da un lato della carne, versa tanto latte fino quasi a coprire il lombo, e poi con santissima pazienza lo fa cuocere pianino fino a che il sugo si sia ristretto. Provare per credere.
    Per tornare all’odore delle carni, soprattutto della selvaggina, ma anche per esempio della pecora o della capra, più che la marinatura in aceto, che più che “deodorare”conferisce un sapore caratteristico e molto gradevole alla carne, è utile una lunga marinatura con del vino rosso tannico, sostituiendo il liquido della marinatura ogni dodici o 24 ore. L’alcol del vino discioglie e asporta molte sostanze che danno odore alla carne “di selvatico” appunto, o il caratteristico odore della pecora, e fa comparire altri profumi della stessa carne che altrimenti ne sarebbero sovrastati. E’ il caso della famosa ricetta sarda per cucinare il coscio di pecora alla moda del cervo, una vecchissima ricetta, dal risultato straordinario che giustifica la preparazione un po’ lunga. La metto nel quaderno delle ricette tradizionali, se vi interessa.
    Il discorso delle marinature e della cottura in tegame è davvero molto interessante 😉

    #163637

    nonna Ivana
    Membro

    Ciao Cecilia,

    l’arrosto o lonza al latte di tua suocera è identico al mio, dalle nostre parti è un must!!!

    Per il pollo all’aceto…la ricetta che uso io non prevede marinatura per il pollo, ma l’uso dell’aceto per portarlo a fine cottura.

    Altro metodo per pollame che uso io, è marinare il pollo a pezzi (anche quello all’aceto è a pezzi!) con succo di limone, e foglie di prezzemolo…poi lo faccio fritto, passando in farina uovo e pane grattugiato…sarebbe una delizia! mi tocca farlo…solo per i giovani!!!!

    altro metodo con carne di tacchino…la gramolatura con aglio, scorza di limone e prezzemolo.

    Ne parleremo!!!

    Ivana

    #163638

    capsicum
    Membro

    faccio io pure la marinatura in succo di limone per il pollo, la stessa lòa suso anche quando lo faccio alla diavola, adatto anche per i “giovani dentro” 8) , e la gramolatura come la fai tu anche per l’ossobuco!
    la lonza al latte “di mia suocera” (borgopanigalese doc) è uno dei must anche in quel di borgo panigale 😀 😀 😀

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