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Questo argomento contiene 1 risposta, ha 0 partecipanti, ed è stato aggiornato da nonna Ivana 17 anni, 11 mesi fa.
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14 Dicembre 2006 alle 7:40 #149343
Padella e treppiede
La padella, dalle nostre parti, nelle zone rurali, quasi quasi resiste ancora nelle usanze culinarie!
Quella che mostro nella foto ne è un esempio: viene usata dalla signora Maddalena per i fritti importanti, ma soprattutto per il gnocco*, le patate, il friggione, titpici piatti della bassa bolognese. Naturalmente la fonte di calore, oggi, è il fornello a gas!E’ in un bel rame stagnato internamente, ha un bel manico lungo laterale, e un semicerchio metallico che serve per appenderla al gancio della catena del camino. Sotto si governava la fiamma di legna da ardere a seconda del cibo.
Era dunque un attrezzo importantissimo, faceva parte della batteria di cucina, era usato per preparare la cena: patate fritte, uova, o un bel galletto a pezzi, o il pesce gatto della vigilia, le frittelle del giovedì grasso, o anche quelle imbastite con l’avanzo di minestra del mezzogiorno ecc…..
Altro attrezzo per il focolare, umile ma importante pur esso, il treppiede, stava in disparte, alimentato dalle braci più o meno vivaci, vi si poneva il ragù a sobbollire per ore, nel tegamino di coccio, o al mattino a fare la cuccuma di caffè, a scaldare il latte nel pentolino, a cuocere l’ovetto………
Questa è da introduzione alle tipiche ricette della bassa bolognese: ragù per la pasta asciutta e gnocco fritto!Menata N° 2 di nonna Ivana
*gnocco = il gnocco, un gnocco: qui da noi esiste questo strafalcione grammaticale, guai a correggerlo, non sarebbe più gnocco!!!!!!!
14 Dicembre 2006 alle 9:22 #160494Chissa perchè nonostante tutte le pentole più moderne, non si vogliono abbandonare i vecchi ruderi, mia mamma ha due vecchie pentole di mia nonna chiamate rispettivamente:
la padèla nigra, la padella nera, che dovrebbe essere in ghisa e và benissimo per il pollo alla diavola, gli ossibuchi ecc.
ol padelot, il pentolone in alluminio pesante, ottimo per il coniglio e la caseula,
i manici si sono praticamente consumati ma nessuno si sognerebbe mai di buttarli, mi sà che alla morte della mamma io e mia sorella litigheremo per questi cimeli (anche perchè di cose di valore non ce ne sono) 😆
15 Dicembre 2006 alle 6:40 #160495Da noi la pulizia delle padelle era con la crusca di grano, o anche rina di mais.
Il tipo che ho presentato, non si vede ma ha una scanalatura a forma di triangolo nella parete opposta al manico, ed era per versare senza problemi lo strutto liquido.
In paese c’era il così detto ” magnano” o “stagnino” una figura di artigiano ormai scomparsa: riparava, mettendo le “pezze” e ristagnando le parti danneggiate. le varie padelle e le “stagnédi”, le pentolone a fondo arrotondato, vi mando le foto, oggi, che servivono per cuocere nell’acqua, le minestre, le paste, verdure e soprattutto la polenta!Ora servono come sottovaso, ben ripulite all’esterno della spessa patina di fuliggine!!!
Buona giornata, scappo per portare Agnese a scuola!!!
Ciao
Ivana
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